Talerico: «Consigliere "avvicinato" per aver criticato il sindaco Voce»
Il consigliere regionale di Forza Italia segnala un presunto abuso ai danni di un esponente del consesso civico crotonese da parte di un dirigente aziendale
CROTONE «Consigliere comunale crotonese “avvicinato” per aver criticato il sindaco. Grave atto». È quanto denuncia in una nota stampa Antonello Talerico consigliere regionale di Forza Italia in Calabria.
«È gravissimo quanto accaduto ad un consigliere comunale di Crotone - riferisce Talerico -, tanto da meritare un approfondimento se del caso anche da parte della Procura della Repubblica. Il consigliere comunale di Crotone sarebbe stato, dapprima, invitato a recarsi presso un Ufficio di una Azienda che non solo si occupa di un un settore strategico dell’economia locale e nazionale, ma che coopera altresì con l’Azienda presso la quale il medesimo consigliere comunale è dipendente. Una volta giunto presso il suddetto Ufficio, al consigliere comunale di Crotone è stato richiesto di interfacciarsi immediatamente tramite una videochiamata addirittura con il Direttore generale della detta Azienda».
«Durante la videochiamata - racconta Talerico -, il direttore riferiva di essere stato incaricato da altra figura apicale dell’Azienda per conoscere il contenuto di un articolo apparso sui social, nel quale il consigliere comunale crotonese aveva rivolto delle critiche al sindaco di Crotone. Il primo “ammonimento” da parte di tale soggetto terzo sarebbe stato quello che "Il sindaco Voce si fosse lamentato del fatto che il consigliere comunale contattato avesse parlato male di lui in un articolo"».
«Il consigliere comunale - prosegue nella denuncia Talerico - rimaneva inizialmente stupito da tale grave ingerenza da parte di un soggetto terzo rispetto alla sua attività politica e lavorativa, non riuscendo a comprendere il perché un soggetto che coopera con il proprio datore di lavoro si fosse permesso di avere cotanta invadenza, non avendo con lo stesso alcun rapporto personale o professionale o di “comando”. Un vero e proprio velato (e non troppo) atto ritorsivo nei confronti del consigliere comunale ad opera di terzi».
«Si aggiunga - precisa Talerico - che se venisse accertato che il terzo interlocutore abbia rapporti con l’Amministrazione comunale, l’azione intrapresa da costui nei confronti del consigliere comunale sarebbe assai grave. Sarà opportuno approfondire se l’iniziativa del Direttore generale sia avvenuta sua sponde o su richiesta di qualcuno, in tal caso sarebbe non solo grave da un punto di vista etico e morale, ma potrebbe integrare altresì ipotesi di reato, essendo stata lesa la libertà di agire o essendosi comunque tentato di pregiudicare le prerogative ed i diritti di un consigliere comunale nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche», conclude Talerico.