Asp, Talerico: «Atto aziendale illegittimo perché adottato in "prorogatio"»
Per il consigliere regionale, durante questo periodo, «potevano essere adottati dal commissario solo provvedimenti di ordinaria amministrazione, atti urgenti e indifferibili»

CROTONE «La procedura e l’adozione dell’atto aziendale (delibera numero 70 del 7 febbraio 2025) dell’Asp di Crotone sono illegittime in quanto il commissario Brambilla ha adottato l’atto aziendale in regime di prorogatio, rispetto alla sua naturale scadenza». È quanto sostiene in una nota il consigliere regionale di Forza Italia in Calabria, Antonello Talerico.
«Difatti, durante questo periodo di “prorogatio” - sostiene Talarico - potevano essere adottati atti di ordinaria amministrazione, atti urgenti e/o indifferibili, con l’indicazione dei motivi di urgenza e di indifferibilità. Tra questi atti non rientra assolutamente l’atto aziendale, che non è un atto né di ordinaria amministrazione, né urgente e né indifferibile».
Il commissario Brambilla, il cui mandato è stato prorogato con l'intento di mantenere la stabilità amministrativa, «si è spinto ben oltre i suoi poteri e competenze - rincara Talerico -, addirittura. L’atto aziendale è stato redatto da consulenti esterni utilizzando risorse pubbliche e, aspetto gravissimo senza alcun confronto e parere preventivo con le organizzazioni sindacali, i sindaci del territorio e/o le associazioni di categoria».
Il contenuto dell’atto aziendale poi, smpre secondo il consigliere regionale, presenta «plurimi profili critici e di illegittimità tra cui la creazione di un mega dipartimento destinato a fungere da vertice per le strutture esistenti. Tuttavia, questa nuova configurazione rischia di trasformarsi in una struttura che risponde a logiche personali e non a vere esigenze organizzative».
«Il nuovo assetto - spiega Talerico - prevede una macro-struttura territoriale che, a detta di molti, ignora la realtà del nostro sistema sanitario, caratterizzato da un distretto unico suddiviso in due sub-distretti. Al posto di una riorganizzazione forzata, sarebbe stato opportuno potenziare le strutture già esistenti, procedendo con assunzioni utilizzando le graduatorie prorogate dal Consiglio regionale e, non già pubblicando avvisi pubblici di selezione ai sensi dell’art. 15 septies D. Lgs.vo n. 502/1992».
Tale approccio per Talarico fa «alimentare il sospetto che l’atto aziendale fatto in fretta e furia e violando ogni procedura e prassi, fosse finalizzato a soddisfare piuttosto esigenze di carrierismo e posizioni personali, anziché rispondere ai reali bisogni della sanità del territorio».
Nell’ulteriore merito dell’atto aziendale adottato si rileva come «il cosiddetto Distretto doveva essere autonomo e non aggregato ad un dipartimento, poiché tale previsione è contraria al Dca n. 54/2023 e al D. lgs.vo n. 229 del 1999. Così come disegnate da Brambilla le strutture complesse e semplici sono prive di logica funzionale, per esempio la farmacia territoriale non è una struttura quindi è solo una funzione mentre la salute della donna è uno Uosd».
Non può esserci un solo dipartimento ospedaliero perché manca l’affinità tra le varie discipline mediche, ad esempio tra pediatria e oncologia
Dipoi, il numero delle Uosd (Unità operative semplici dipartimentali) «pare contrario a quello previsto Dca numero 54/2023, perché non rispetta il numero delle unità operative a valenza dipartimentale. La previsione, mai vista in altro atto aziendale - stigmatizza Talerico -, dei dipartimenti funzionali collocati all’interno del dipartimento ospedaliero non garantisce il funzionamento degli stessi ed anzi i dipartimenti funzionali così strutturati sono privi di potere gerarchico, così producendosi una ulteriore burocratizzazione dell’assetto sanitario».
Ed ancora, nell’atto aziendale di Brambilla «il dipartimento amministrativo ha addirittura inglobato gli “affari legali”, che invece dovrebbero essere autonomi ed inseriti come staff presso la Direzione generale in quanto obbligatoriamente indipendenti per previsione di legge».
«Ecco perché - commenta Talerico - la mancata consultazione con tutti gli attori del settore sanitario, sindacati, autorità locali e associazioni di categoria, rendono l’intera istruttoria e redazione dell’atto aziendale poco trasparente ed elusiva delle prerogative della partecipazione democratica e collegiale, queste finalizzate alle esigenze sanitarie reali di un territorio, quello crotonese, che ha ancora un gap importante da recuperare».
«L’intera comunità sanitaria crotonese - sollecita Talerico - attende ora un confronto serio e trasparente, capace di mettere al centro la salute dei cittadini, e non interessi personali e di carriera. Per questo motivo l’atto aziendale dell’Asp di Crotone andrà totalmente riscritto con il nuovo commissario/direttore generale, che il presidente Occhiuto andrà a nominare nei prossimi giorni, in sostituzione del commissario Brambilla, anche per rilanciare la sanità crotonese», conclude Antonello Talerico.