La «dichiarazione d'amore» della Soprintendenza e l'altola' all'Amministrazione
«Una dichiarazione d'amore» e «non un vincolo ostativo», eppure l'avvio dell'iter per la dichiarazione d'interesse culturale da piazza Duomo al corso di via Vittorio Veneto (e zone annesse) di Crotone suona molto più come “altolà” alla politica fai-da-te adottata in materia urbanistica dal Comune.
Le precisazioni sulle intenzioni del vincolo, ma anche le soddisfazioni per il lavoro svolto, sono statE esposte dalla soprintendente della Sabap di Crotone e Catanzaro, Stefania Argenti, assieme al suo staff, in una conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio dell'8 febbraio scorso presso la sede provvisoria della Soprintendenza allocata all'interno del Lazzeretto di viale Gramsci.
Con un pizzico di orgoglio Argenti ha dichiarato che «dopo due anni di lavoro intenso e un percorso travagliato» si è giunti all'avvio dell'iter per porre l'interesse-vincolo del nuovo assetto urbano di Crotone dalla fine del XIX secolo alla prima metà del XX secolo. Si tratta di una zona B, rispetto alla zona A che è quella del centro storico, già tutelato “de legis”.
Essa è incentrata sull’asse via Vittorio Veneto (con le aree del Comune e della banca Bper annessi), piazza Lucente ora piazza Pitagora, via Vittoria con il suo portico e piazza Duomo. Uno dei collanti architettonici di questo perimetro è simbolicamente sottolineato dalla pregevole pavimentazione in pietra lavica costituita da basole importate dalla Sicilia e poste in opera da maestranze specializzate di Mascali, importante centro etneo, a partire dai primi del '900.
«Abbiamo portato a compimento questi lavori – ha tenuto a precisare la soprintendente – in assenza di funzionari architetti, colmati da uno splendido lavoro di squadra del team e all'aiuto prestatoci da Roma».
Assieme a questo iter, infatti, la Sabap ha già concluso quelli per l'avvenuta dichiarazione d'interesse culturale per il Castello di Caccuri, la masseria Suriano (l'immobile dismesso nello spiazzo di via Giacomo Manna a Crotone) cui si aggiunge una quarta iniziativa in corso d'opera sulla quale la soprintendente Argenti non ha svelato le coordinate in quanto le procedure coinvolgono privati.
Secondo Argenti, va proprio rivalutato il concetto di vincolo che «non significa sigillare tutto», ma in qualche modo tutelare, armonizzare e preservare l'assetto urbanistico dettato nel secolo scorso. «La Soprintendenza – ha sottolineato Argenti – ha ben altri compiti e il vincolo è l'unico strumento per attuare una tutela concreta sul bene».
Compiti delicati, insomma, che la Soprintendenza dovrà affrontare anche all'interno del progetto Antica Kroton e le operazioni di bonifica annesse. Alla conferenza stampa era tra l'altro presente anche il commissario straordinario per la bonifica del Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, Emilio Errigo.
«Allo stesso modo – ha detto in proposito Argenti – dovremo saper interagire con tutti gli attori in campo nel progetto, in un'area già sottoposta a vincolo, entro cui dovremo agire in sicurezza e con cautela perché, ciò che è custodito nell'area settentrionale dell'antico insediamento, è qualcosa di unico al mondo».
La dichiarazione di interesse culturale, per tanto, secondo Argenti è «una dichiarazione di bellezza», così come quando «si dice a una donna che è bella», ma per poterlo essere, questa, «deve sapersi vestire, deve saper indossare i giusti accessori ecc...» e insomma deve connotarsi per tutta quelle serie di «accortezze che esprimono un'insieme di valori riconosciuti». «Allo stesso modo – ha spiegato la soprintendente - vale per la dichiarazione d'interesse culturale ed ecco perché essa va intesa in senso positivo: è uno strumenti in mano a tutti, pubblici e privati, per operare con consapevolezza ed evitare di agire in modo sconsiderato».
«Il nostro compito (Soprintendeza, ndr) – ha aggiunto Argenti – è far capire che ci sono dei valori che vanno salvaguardati e che, quindi, nel proporre soluzioni progettuali, bisogna essere più attenti soprattutto a livello qualitativo».
Dopo due anni di ricerche e intensi studi, la Sabap ha dunque ricostruito questo perimetro che si sviluppa anche attraverso «un asse politico e religioso, a forte valenza identitaria, rappresentato da piazza Duomo, fino all'insediamento del nuovo palazzo comunale su via Veneto».
«Imboccando il corso principale – ha illustrato Argenti – si pone subito agli occhi un cono ottico che fa perno proprio sul campanile del Duomo e, tutto questo, rappresenta un valore identitario fortissimo sulla città che in qualche modo va preservato».
Il riferimento è anche all'annunciata intenzione dell'Amministrazione comunale di porre in piazza Pitagora la statua del celebre filosofo cui è stata intitolata successivamente.
La soprintendente, nel merito, non si è detta contraria, ma ha ribadito che «se si condivide la tutela di questo canale visivo, non frutto del nostro fare, ma di una impostazione possa in essere nel secolo scorso, ovvero quando si è scelto di sviluppare la città verso l'asse ferroviario della Calabro-lucana che è molto simmetrico. Si è scelto questo – ha proseguito – perché piazza Pitagora era il fulcro della città e, nelle varie testimonianze fotografiche, il centro dello slargo è sempre stato libero perché centro di aggregazione. Dunque, qualora si volesse rifare piazza Pitagora bisogna tener conto di questo che è un fattore forte».
Ci deve essere dunque «un'interlocuzione» ha auspicato Argenti sul fatto che piazza Pitagora è «un perno da cui partono e convergono i vari assi urbani della città e che al centro vi è questo elemento che proietta e lega la città nuova al centro storico come una cerniera».
Argenti ha inoltre precisato che quello in questione è un «vincolo areale che riguarda le piazze e le vie» e, proprio queste ultime, «danno una ritmica visiva che va a esaltare il canale ottico principale e che ricalca l'impianto romano: noi abbiamo messo in luce questa peculiarità». «Pensare di trasformare un asse viario o una piazza in qualcos'altro – ha quindi aggiunto Argenti – è qualcosa di concettualmente sbagliato».
Da qui, la valenza del vincolo come «insieme di strumenti offerto all'Amministrazione di piena consapevolezza, affinché qualunque intervento presente e futuro possa essere legato e guidato dal fatto che ci sono dei caratteri identitari fortissimi come per esempio i portici».
«Nel momento in cui si deve andare a intervenire – ha concluso Argenti – in ambiti aereali così importanti si deve avere consapevolezza che si sceglie insieme sulla base di questi valori. Piazza Pitagora così com'è oggi ha bisogno di una rivisitazione ed è quindi giusto spendere dei finanziamenti per farlo, ma nel momento in cui verrà condiviso il progetto, questo, deve essere a sua volta condiviso con la Soprintendenza».
Messaggio chiaro per amministrazione e progettisti che, da qui a breve, si cimenteranno con il restyling del salotto buono di Crotone.