Bonifica, Pugliese: «Commissario va oltre, illustri il piano per impiegare i 70 milioni»
CROTONE «Noi abbiamo le idee chiare su come realizzare l'intervento di bonifica e su come procedere per avviare un processo economico dopo l'intervento di rimozione dei veleni dall'aera industriale». Alfio Pugliese, già presidente della Camera di commercio e attuale coordinatore provinciale di “Crotone imprese”, parla con competenza della bonifica, essendosi occupato da tempo della questione.
L'idea che ha in mente Pugliese «è in linea con quella che vorrebbero mettere in campo i movimenti nati nei giorni scorsi e i partiti che, in queste ore, hanno fatto sentire la loro voce» e cioè, «i veleni di Crotone devono essere trasportati e smaltiti fuori dal territorio calabrese, come prevede il Paur e così come è stato deciso nella Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre del 2019».
Pugliese ricorda che «questo progetto è stato condiviso da Regione, Comune, Provincia e dal ministero dell'Ambiente oltre che da tutti gli enti che, in Calabria, si occupano di questioni ambientali». «Al ministero al tempo della Conferenza dei servizi – sottolinea Pugliese – era stato programmato tutto nei minimi particolari compreso il piano per il trasporto delle scorie e le destinazioni in percentuali e per questo diventa difficile comprendere le ragioni del cambiamento che si propone oggi e della richiesta del cambio del Paur».
In verità le ragioni si conoscono e sono riconducibili alla volontà dell'Eni, ma a Crotone ci sono stati e ci sono sostenitori del progetto del cambio del Paur. A questa domanda Pugliese non sfugge e ammette che 1anche a Crotone ci sono persone che vorrebbero il cambiamento del Paur perché altrimenti le attività di bonifica sarebbero già iniziate». Non entra, però, nel merito e non indica i nomi dei crotonesi che avrebbero l'interesse di sostenere l'Eni a discapito di Crotone e dei suoi cittadini.
Ci sono problemi che, ad avviso di Pugliese, «dovrebbero essere risolti dal commissario nominato dal Governo». «Il generale Emilio Errigo, nella sua qualità di commissario dovrebbe fare da garante e spingere per realizzare la bonifica, così come è stato deciso dalla Conferenza decisoria del 24 ottobre 2019». «Lui dovrebbe garantire l'avvio delle attività, rispetto a quello che è stato già definito e non andare oltre».
Invece si sta andando oltre? «Da quanto leggiamo sulla stampa si sta andando oltre, quando invece ci sarebbe bisogno di procedere immediatamente potendo già contare su una decisione certa e condivisa che è quella prevista dal Paur».
A spingere in favore di Eni ci sono anche politici? «Sicuramente sì, perché ci sono partiti che quasi non si occupano del problema, ma ci sono anche partiti che hanno preso una posizione precisa».
Il sindaco ha rotto gli indugi ed ha cambiato posizione rispetto all'idea di smaltire a Columbra i veleni. «Mi auguro che il sindaco Voce - dice al riguardo Alfio Pugliese - mantenga questa posizione nell'interesse della città. Sino a ieri qualche dubbio c'era sulla sua posizione, un dubbio che avevamo in molti».
«Il vero problema - rivela Pugliese - è rappresentato dal fatto che l'Eni non vuole dare l'idea che si è piegata alla volontà di Crotone, anche se la bonifica dovesse costarle molto, circa due miliardi di euro, la questione vera è rappresentata dal fatto che non intende creare un precedente che potrebbe essere visto, in altri territori da bonificare, come una debolezza».
Anche tra gli imprenditori crotonesi ci sono coloro che non sono in linea con l'idea di bonifica che prevede di smaltire fuori dalla Calabria i veleni. «Non mi sento di dare responsabilità - premette Pugliese - agli imprenditori in quanto sono privati che, giusto o sbagliato, svolgono le loro attività. Sono le istituzioni, invece, che devono garantire e rappresentare adeguatamente i territori».
Al primo posto, tra coloro che dovrebbero garantire, Pugliese mette Errigo «nominato dal Governo nazionale ed è lui che dovrebbe garantire. A lui sono stati, infatti, assegnati pieni poteri e se dovesse riscontrare la volontà da parte dell'Eni di non volere procedere, ha i poteri di realizzare in danno le opere».
L'impressione è che Errigo sia in linea con l'Eni e, quindi, si starebbe muovendo per smaltire a Crotone i rifiuti. «Ancora il progetto non lo abbiamo visto - riferisce Pugliese -, ma so che l'attuale capienza di Columbra è di circa 350.000 tonnellate a fronte di 600.000 tonnellate da smaltire. Da sola Columbra non basterebbe e c'è da capire cosa si intende smaltire e se la discarica ha la possibilità di accogliere la tipologia di rifiuti che dovrebbero essere rimossi dai siti inquinati».
Pugliese non entra nel merito, ma una delle questioni da risolvere, prima dell'ipotetica modifica del Paur, dovrebbe essere quella di definire se la discarica di Columbra sarà sottoposta ad una aumento della capienza.
Ieri il sindaco Vincenzo Voce ha chiuso la porta in faccia ad Eni e a coloro che vorrebbero smaltire i rifiuti a Columbra, proprio perché non ci sarebbero garanzie per la città. Voce teme che la discarica possa avere l'autorizzazione di un ampliamento per accogliere ulteriori veleni provenienti da ogni angolo dell'Europa.
«Il generale – ha continuato Pugliese – deve spiegarci qual è il piano che ha in mente e come intende spendere i circa 70 milioni di euro assegnati dal Tribunale di Milano alla nostra città quale risarcimento per il danno subito. Sarebbe interessante sapere come intende spendere i soldi e forse farebbe bene ad avviare un percorso di condivisione con i corpi intermedi della città».
L'ultimo argomento trattato con Pugliese è stato quello di una iniziativa organizzata dalle associazioni di categoria che doveva tenersi nel salone di Fenimprese, che è saltata. Alla domanda del giornalista Pugliese la prende alla larga e conferma l'ipotesi che la riunione sarebbe saltata per questioni organizzative. In città, invece, si racconta che ci sarebbero state forti pressioni per evitare che il convegno si tenesse.