L'arte bianca
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CATANZARO Eseguita un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 indagati per strage (e reati statelliti) circa l'assassinio del 5 agosto 2007 avvenuto a Cirò Marina (KR) a danno di Vincenzo Pirillo.

L'operazione è scattata nella mattinata odierna, a Cirò Marina (KR) e in vari Istituti di custodia e pena d’Italia, da parte dei carabinieri del Ros, coadiuvati dai colleghi del Comando provinciale di Crotone, che hanno eseguito il provvedimento cautelare emesso dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica (Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro). 

Si tratta di Franco Cosentino, 51 anni, Vito Castellano, 61 anni, Martino Cariati, 45 anni e Palmiro Salvatore Siena, 68 anni, tutti di Cirò Marina. Le misure cautelari sono state notificate in carcere a Castellano, Cariati e Siena, mentre Cosentino, di recente coinvolto nell'indagine antimafia “Ultimo atto”, si trovava in libertà. 

La misura cautelare è intervenuta a seguito degli approfondimenti investigativi, delegati ai militari del Ros, con la messa a sistema delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e di altri elementi indiziari acquisiti in precedenti procedimenti penali, tra cui il riascolto di alcune precedenti esiti di attività intercettiva, effettuate prima e dopo la suddetta strage.

Si è pertanto ricostruito un quadro indiziario nel solco di un precedente procedimento penale, avente ad oggetto lo stesso fatto, maturato nel contesto degli equilibri all’interno della cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola di Cirò, e contestato già a Cataldo Marincola per il quale è intervenuta la sentenza di condanna in primo grado per essere stato ritenuto il presunto mandante dell’azione omicidiaria.

In particolare il 5 agosto del 2007, presso il ristorante “Eko” sito in Cirò Marina (KR), veniva ucciso Pirillo Vincenzo, all’epoca “reggente” della cosca Farao-Marincola di Cirò nell’ambito di una vicenda qualificata, sul piano della gravità indiziaria, in termini di “strage”, in quanto Pirillo è stato colpito mentre si trovava all’interno di un esercizio commerciale colmo di avventori. Il notevole numero di colpi d’arma da fuoco esplosi nel frangente, infatti, aveva ferito casualmente altre sei persone (tra cui una minorenne all’epoca dei fatti).

Ricostruita anche la motivazione del fatto. Vincenzo Pirillo, individuato come “reggente” della cosca per volontà degli stessi vertici che erano in quel periodo latitanti, avrebbe esteso eccessivamente la sua ingerenza nella gestione degli affari illeciti della cosca, perseguendo anche interessi propri, ragione per la quale sarebbe stata decisa l’eliminazione, tramite l’esecuzione dell’azione in modo volutamente eclatante, proprio per ripristinare il perimetro della effettiva leadership ‘ndranghetistica all’interno del territorio d’influenza criminale.

L’indagine attuale ha consentito – in termini di gravità indiziaria, nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – di ricostruire le soggettive responsabilità di altre 4 persone che sarebbero coinvolte nel delitto, con i diversi ruoli, in taluni casi anche in maniera cumulativa, tra cui, uno dei presunti esecutori materiali, il soggetto che avrebbe tenuto le comunicazioni tra il presunto mandante e gli altri soggetti coinvolti nel delitto, colui che avrebbe monitorato gli spostamenti della vittima, e colui che si sarebbe occupato di fornito le armi