L'ombra del ''killeraggio politico'' su Pingitore: Voce e Cretella non perdonano
CROTONE Un agguato politico in piena regola. Vittima designata è stato il capogruppo di “Stanchi dei soliti”, Igino Pingitore. A ideare e colpire è stata la maggioranza variabile del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.
Tutto si è consumato nel corso della seduta del consiglio comunale di ieri, convocato proprio su iniziativa di Pingitore nella speranza di trovare una soluzione praticabile per salvaguardare la città dallo sciacallaggio ambientale a cui è sottoposta da quando sono state dismesse le grandi storiche fabbriche e si è prospettata la necessità di effettuare un intervento di bonifica con l’obiettivo di restituire ai crotonesi un ambiente meno pericoloso per la loro salute.
A fabbriche chiuse si è scoperto che la situazione ambientale di Crotone è talmente compromessa che il sito è stato inserito tra quelli di interesse nazionale del ministero dell’Ambiente. A partire agli ultimi anni del secolo scorso, quindi, si è aperto un lungo e complesso dibattito su come intervenire per garantire la salute dei cittadini. Per oltre un quarto di secolo il dibattito non ha prodotto nessun risultato e la bonifica non è partita nei termini che la città si aspettava. Sino ad oggi sono stati, infatti, realizzati solo interventi non risolutivi.
Il dibattito si è intensificato un anno fa, quando, il governo presieduto da Giorgia Meloni ha deciso di nominare commissario per la bonifica il generale in pensione Emilio Errigo. Le bocce sono state messe in movimento, ma non tutti hanno condiviso e condividono le proposte “movimentiste” del generale. In questa situazione si è voluto inserire Pingitore con l’idea di convocare una seduta del consiglio comunale aperto con la speranza di approvare una proposta di legge da inviare alla Regione Calabria.
L’idea di Pingitore era quella di imporre alla Regione una proposta di legge che preservasse Crotone dalla realizzazione di future discariche e proponeva anche il blocco delle attività negli impianti già autorizzati. Il suo movimentismo, però, non ha ma trovato la condivisione di Voce e della sua maggioranza che, in questa fase della storia politica, ha stretto un’alleanza con il presidente della giunta regionale calabrese, Roberto Occhiuto, e di rimbalzo con il presidente della Provincia, Segio Ferrari, che rappresenta politicamente Occhiuto nel territorio.
Già nel mese di agosto scorso, quando Pingitore ha avanzato la prima proposta di convocazione, c’è stato un segnale di non gradimento dell’iniziativa da parte dell’amministrazione. La convocazione era stata richiesta con la firma di nove consiglieri, e solo dopo quasi un mese il presidente del Consiglio, Mario Megna, gli ha comunicato che per le sedute di consiglio aperto occorrevano dodici firme. Pingitore non si è scoraggiato e ha trovato le firme mancanti. Anche questa volta il messaggio è stato di non gradimento.
Il Consiglio è stato convocato quasi dopo un mese dalla richiesta. Non è una questione usuale che passi tanto tempo. Siamo così arrivati alla seduta del Consiglio di ieri. All’inizio nessuno ha fatto intendere che la proposta di Pingitore sarebbe stata impallinata. In molti interventi sono stati fatti addirittura i complimenti a Megna per avere convocato la seduta ignorando, anche da parte di alcuni rappresentanti delle istituzioni, che il presidente del Consiglio non aveva meriti.
Nel corso del dibattito il sindaco, come fa ormai sempre, ha voluto replicare a tutti i relatori che non erano in linea con la sua posizione. In particolare ha replicato a Mario Oliverio, già presidente della giunta regionale calabrese, e a Elisabetta Barbuto, che ha sollevato dubbi sul comportamento del sindaco relativamente alla vicenda della bonifica.
Ci sono stati quasi 50 interventi (comprese le repliche del sindaco) e il dibattito è andato avanti per circa sei ore e mezza. Protagonista del dibattito è stato anche Errigo, chiamato in causa da diversi consiglieri. Errigo ha detto, senza preamboli, che le oltre 350.000 tonnellate di veleni devono essere trasportati nella discarica di Columbra e che i gli altri 400.000 tonnellate (quelli meno pericolosi) verranno trasferite in impianti fuori della Calabria. Errigo ha anche parlato della necessità di realizzare una discarica di scopo pubblica, non ha detto perché ma probabilmente pensa al sito dove conferire il resto dei veleni (quasi 400.000 tonnellate) che non sono stati valutati nella Conferenza dei servizi del 26 giugno scorso e non rientrano nelle valutazioni del Decreto 1 agosto scorso emesso dal dirigente generale del ministero Ambiente, Luca Proietti.
Errigo ha anche detto una cosa che, molto probabilmente, è sfuggita ai presenti e cioè i veleni potrebbero essere molto di più di quelli quantificati sino ad ora (un milione di tonnellate). Stiamo solo entrando nelle questioni e la situazione è più grave di quella sinora prospettata.
Torniamo all’agguato, che si è consumato alla fine del dibattito quando Pingitore ha proposto l’approvazione del suo documento. Lo scenario che si è presentato agli osservatori è stato quello di un agguato politico preparato nei minimi particolari, che ha coinvolto nell’impostazione più soggetti della maggioranza variabile di Voce. Il primo a parlare della pericolosità dell’approvazione della proposta di Pingitore è stato, infatti, Danilo Arcuri, già candidato a sindaco alternativo a Voce. Arcuri ha prospettato il pericolo di una proposta di legge inaccettabile per l’incoerenza costituzionale. Soggetta, quindi, a ricorsi e invalidazioni.
A seguire contro si sono espressi Dalila Venneri e Fabio Manica, vicepresidente della Provincia che poi si è astenuto al momento del voto. Il colpo finale è stato inferto dal vicesindaco, Sandro Cretella, che ha sviscerato i pericoli legali dell’approvazione della proposta. Qualcuno ha tentato anche di trovare una mediazione, proponendo di approvare la proposta di Pingitore come documento politico da inviare alla Regione, ma Mario Megna è stato inflessibile nell’applicazione del regolamento e si è votato.
Pingitore è stato affondato dai numeri di una maggioranza che non fa prigionieri, soprattutto quando c’è in gioco il rapporto con la Regione e la possibilità di eleggere Voce alla carica di presidente dell’Arrical la società unica regionale, nata per la gestione del sistema idrico integrato e dei rifiuti. Questa elezione lancerebbe Voce nel palcoscenico regionale e, quindi, vale la pena sacrificare un pezzo di maggioranza qual è Pingitore, per non perdere il treno.