L'arte bianca
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CROTONE «Da quasi dieci mesi sto lottando contro la burocrazia, e solo mercoledì ho ricevuto unarisposta alla mia richiesta, inviata il 15 gennaio 2024». È quanto scrive in una lettera aperta Luca Garofalo, 35enne di Cotronei, affetto da una malattia degenerativa progressiva del sistema nervoso e già noto alle cronache locali per il “braccio di ferro” in corso con l'Azienda sanitaria provinciale di Crotone a causa del diniego di questa alla concessione di un nuovo mezzo elettrico per i suoi spostamenti in autonomia.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Nonostante tutto - scrive Luca Garofalo - ciò che mi rattrista di più non è tanto la lungaggine burocratica, quanto l’ignoranza e l’indifferenza di chi ha la possibilità di agire, ma sceglie di non farlo. Per me la vita è diventata una sfida quotidiana, aggravata dalla perdita di mio padre due anni fa».
«Mio padre era tutto - racconta il 35enne -: mi faceva da operatori sanitario, da meccanico, da autista. In poche parole lui si in sostituiva tutto per me. Ma Torniamo alla lettera che ho ricevuto dove dice “Risposta alla istanza pervenuta in questa struttura in data 15 gennaio 2024 si è valutato che la prescrizione non è appropriata e comunque non compatibile ai sensi dell’articolo uno comma cinque…”».
L’Asp di Crotone, in sostanza, spiega Luca Garofalo facendo riferimento sempre alla lettera ricevuta dall'azienda sanitaria, «non ritiene di autorizzare la concessione della carrozzina totale a carico del Sistema sanitario nazionale, proponendomi invece una soluzione alternativa e compatibile, e richiedendo addirittura la restituzione di tutti gli ausili attualmente in mio possesso, incluso il sollevatore e il letto, che sono indispensabili per me».
Luca Garofalo riferisce che la sua condizione è garantita «all'articolo 3 comma 3» della legge che «dice disabilità grave», ma che al contempo la Commissione per la valutazione dell'appropriatezza prescrittiva dell'Asp pitagorica ha stabilito che «le mie condizioni non sono aggravate».
«Mi chiedo - incalza il 35 enne -: come possiamo noi disabili, con un assegno di accompagnamento di soli 522 euro mensili, permetterci l’assistenza necessaria e gli ausili di cui abbiamo bisogno? Personalmente, sono fortunato ad avere il supporto della famiglia Baffa, che mi assiste e si occupa di acquistare i dispositivi necessari, così da evitare ulteriori problemi con la burocrazia. Tuttavia, penso con angoscia a tutte quelle persone che non hanno una voce, che sono sole e non ricevono il supporto necessario».
«È paradossale che si trascuri - sottolinea Luca Garofalo - l’aggiornamento del nomenclatore tariffario (fermo al 1999, ndr), che utilizza ancora prezzi in lire, rendendo così impossibile accedere agli ausili più recenti e moderni. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie avanzate, ma a noi viene negata persino la possibilità di avere un’assistenza adeguata. In questo modo, l'unica inclusione che mi viene garantita è quella di essere “chiuso” in una struttura», conclude Luca Garofalo.