L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca
L'arte bianca

CROTONE Il ministero dell’Ambiente indica una procedura “autoritaria” per avviare le attività di bonifica nell’area industriale di Crotone, che non piace nemmeno a Eni Rewind.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

Il punto di partenza è la Conferenza dei servizi decisoria del 26 giugno scorso, a conclusione della quale è stato dato mandato al direttore generale Economia e bonifiche del ministero dell’Ambiente, Luca Proietti, di trarre le conclusioni.
Il 1° agosto scorso, Proietti ha emanato un decreto con il quale sono state indicate le procedure per avviare, entro il mese di ottobre prossimo, le attività di bonifica. Nonostante le indicazioni contenute nel decreto Proetti, Eni Rewind non ha proceduto, perché ha la consapevolezza dell’esistenza del vincolo introdotto il 2 agosto del 2019 dall’allora amministrazione regionale presieduta da Mario Oliverio.
Si tratta del Paur (Procedimento autorizzatorio unico regionale), uno strumento di salvaguardia che impone di smaltire fuori dal territorio calabrese i veleni di Crotone. Non procede, ma il 6 settembre scorso Eni ha diffidato la Regione a «volere, con la massima sollecitudine, provvedere ad avviare e concludere il procedimento di modifica della prescrizione» del Paur, così come chiedeva il decreto Proietti.
Dal canto suo la Regione Calabria non replica e non interviene nel dibattito introdotto dal ministero dell’Ambiente. Fa, come si dice, “orecchie da mercante”. La stessa posizione assumono anche il Comune e la Provincia di Crotone che, alla Conferenza dei servizi del 26 giugno scorso, si erano detti del tutto contrari allo smaltimento a Crotone dei veleni.
La proposta era stata avanzata da Eni Rewind che aveva indicato, quale discarica per il conferimento di 350.000 tonnellate di scorie pericolose, quella privata di Columbra. Si era venuta a determinare una situazione paradossale perché gli enti interessati alla decisione indicavano soluzioni diverse.
Gli unici ad indicare la medesima soluzione finale erano il ministero dell’Ambiente ed Eni Rewind. Ministero ed Eni chiedevano e chiedono di avviare le attività di bonifica e indicano la discarica di Columbra quale destinazione finale dei veleni.
Nonostante questa visione comune, c’è una sostanziale differenza sui metodi da adottare. Il ministero dice di iniziare subito infischiandosene dei vincoli del Paur ed Eni Rewind ha il timore dei ricorsi legali che potrebbero inficiare ogni cosa incasinandola ulteriormente.
Gli altri attori hanno posizioni completamente diverse: il commissario per la bonifica, Emilio Errigo, propone la realizzazione di una discarica di scopo a gestione pubblica, mentre Regione, Provincia e Comune continuano a chiedere il trasferimento fuori dal territorio calabrese.
A questo punto, il 24 settembre scorso, il ministero invia una diffida ad Eni Rewind e informa la Procura della Repubblica. Nella diffida viene chiesto ad Eni Rewind «di avviare entro il prossimo mese di ottobre le attività di bonifica utilizzando il deposito temporaneo» già realizzato all’interno del sito ex Pertusola Sud. Si tratta di un deposito che può contenere sino a 50.000 tonnellate di veleni per procedere alle analisi e alla classificazione della tipologia di rifiuto (assegnazione del codice Cer). Una procedura che precede il conferimento in discarica.
Se la Regione non contesta la definizione “temporanea” che si intende attribuire al deposito, nato come “Preliminare”, la partita si potrebbe chiudere. Il deposito “Temporaneo”, secondo l’interpretazione del ministero dell’Ambiente, consentirebbe di superare il vincolo del Paur.
Se la Regione dovesse decidere di opporsi all’utilizzo “Temporaneo” del deposito, il ministero suggerisce di costruire un nuovo deposito facendolo nascere come “Temporaneo”. Ci vorranno altri due anni e una spesa aggiuntiva di sei milioni di euro, ma una volta disponibile il deposito “Temporaneo” i rifiuti potrebbero essere trasportati tranquillamente a Columbra. La partita si chiuderebbe subito e la conclusione andrebbe nella direzione tracciata da Eni Rewind (smaltire i veleni a Columbra).
Evidentemente Eni Rewind non è del tutto convinta della soluzione indicata dal ministero, perché il 25 settembre replica a muso e si dice “sorpresa” del fatto che la diffida sia rivolta esclusivamente al colosso di Stato e non alla Regione che avrebbe dovuto procedere alla modifica del Paur.
Il problema è sempre quello della modifica del Paur. Probabilmente, poi, Eni Rewind potrebbe non avere gradito la chiamata in campo della Procura, perché se non ottempera alla diffida rischia di vedersi consegnare un avviso di garanzia per mancata bonifica e se procede rischia di essere bloccata dai ricorsi che potrebbero arrivare sia dagli enti locali che dai Comitati dei cittadini.
Regione, Provincia e Comune hanno annunciato un ricorso contro il decreto 1° agosto, ma al momento siamo fermi all’annuncio, ovvero all’annuncio dell’incarico dato ai legali di fiducia e sono passati quasi due mesi.