Depositi degli italiani scesi di 43 miliardi in meno di un anno: Sud penalizzato
ROMA I soldi sul conto corrente in Trentino Alto Adige valgono il triplo rispetto alla Campania. Così 5mila euro possono rendere fino a 18,2 euro a Bolzano ma solo 6,5 a Napoli. Remunerazioni dei conti correnti che però restano sempre minime tanto che i depositi degli italiani sono scesi di 43 miliardi in meno di un anno. A scattare questa fotografia è un rapporto della Fabi, il maggiore sindacato dei bancari che mette in evidenza il calo e la disparità tra Nord e Sud.
Buone notizie invece sul fronte dei tassi con il rapporto mensile dell'Abi che indica una conferma a marzo del calo già avviato a febbraio mentre si registra una crescita della raccolta di risparmio e anche un primo lieve aumento sulla remunerazione dei depositi.
Da metà novembre i tassi di mercato anticipano l'attesa riduzione dei tassi Bce che confidiamo non sia rinviata nel tempo, altrimenti il mercato ne verrebbe contraddetto", sottolinea il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli e : "rispetto a quei tassi che la Bce non ha ancora scongelato, i tassi che noi pratichiamo sono nettamente inferiori".
A marzo i mutui per la casa sono scesi in media al 3,79% dal 3,89% di febbraio e dal 4,42% di dicembre 2023; il tasso per le operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 5,26% dal 5,34% di febbraio 2024 ed il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 4,79% dal 4,80% nel mese precedente.
Il rapporto registra anche un calo sui tassi di mercato nei primi 10 giorni di aprile che riguarda Btp (al 3,78%, in diminuzione di 121 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023), Bot a sei mesi (in media al 3,67%, in diminuzione di 38 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023) mentre l'Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,89%, in calo di 11 punti rispetto al massimo registrato a ottobre 2023.
In netta crescita la raccolta, sia quella diretta, sui conti, sia quella a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, che è cresciuta rispetto ad un anno prima del 18,5%. Ma tornando ai dati della Fabi se i conti correnti calano, i numeri indicano che comunque su questi salvadanai di gestione quotidiana degli italiani restano ancora 1.153 miliardi.
La Lombardia ha il record di liquidità con 235 miliardi (il 20% del totale) seguita da Lazio e Veneto con il 10,5% e il 9,2% del totale. La classifica segue poi con Emilia Romagna, Piemonte e Campania, Toscana, Puglia, Sicilia, Liguria, Marche, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sardegna, in Umbria, Basilicata Molise e Valle d'Aosta.
Ma anche se le regioni a Sud della Capitale vantano il 25% del portafoglio di liquidità dell'intero Paese, il trattamento, dice il rapporto del sindacato, è sfavorevole rispetto a quello del Nord e del Centro.
I dati indicano una media dello 0,27% al Centro; 0,20% per le Isole e il Nord Ovest, appena sotto il Nord Est con lo 0,19%; più staccate e fortemente penalizzate, invece, le regioni del Sud con un valore dello 0,16%.
Tassi troppo bassi secondo il leader della Fabi, Lando Sileoni. «Al di là dei tassi non omogenei su base territoriale, è opportuno ribadire che il conto corrente non è solo uno strumento di servizio, per gestire incassi e pagamenti, ma rappresenta da sempre anche una forma di risparmio e come tale andrebbe adeguatamente remunerata da parte delle banche che, invece, hanno alzato in maniera più apprezzabile solo i tassi sui depositi vincolati o a durata prestabilita dove, però, ci sono solo circa 300 miliardi di euro, molto meno dei 1.100 miliardi dei conti correnti». (ANSA)