L'arte bianca
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CROTONE «I rifiuti a Crotone non si lasceranno in mezzo al mare a due passi dal fiume Esaro». È quanto fa sapere in una nota stampa, Emilio Errigo, commissario straordinario delegato di governo del Sin Crotone, Cassano e Cerchiara di Calabria. Il commissario sembra così lanciare un messaggio "criptico" in vista della Conferenza dei servizi decisoria, in programma il prossimo 26 giugno al Mase, durante la quale dovrà essere esaminata la richiesta di variante al Pob fase 2 presentata da Eni Rewind.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Si potrebbe discutere - commenta Errigo - su chi e sul perché si è autorizzata, negli anni 80, l'attivazione e la permanente giacenza di quelle mega discariche di rifiuti pericolosi a ridosso della spiaggia di Crotone a pochi metri dalle acque del fiume Esaro; attualmente però, a mio avviso, è prioritario che i cittadini e gli abitanti della città di Crotone pretendano, in diritto, che il milione (poco più o poco meno) di rifiuti pericolosi e non, venga rimosso al più presto e in modo tecnicamente sicuro, dalla spiaggia antistante il mare di Crotone e che venga conferito nelle discariche pubbliche o private autorizzate dalla legislazione internazionale, europea e nazionale vigente, recepita e attuata seguendo le norme, dalla Regione Calabria».
«Gli impianti di trattamento e conferimento dei rifiuti solidi e liquidi - prosegue Errigo -, devono essere costruiti a norma di legge; devono essere collaudati, certificati, controllati e sorvegliati per la salute della popolazione residente o dimorante temporaneamente in quei luoghi. Bisogna comprendere che gli impianti di trattamento e depurazione dei rifiuti liquidi e solidi urbani, industriali e ospedalieri, i termoinceneritori e valorizzatori, autorizzati e certificati sicuri, presenti sul territorio sul territorio italiano, della Calabria e di Crotone, servono proprio a questo fine; quello di non lasciare tali materiali incustoditi, abbandonati in modo incontrollato e pericoloso per l’ambiente e per chi in quell’ambiente vive».
«Per la scienza dell'economia circolare - sostiene Errigo -, non esistono i rifiuti, ma solo i residui dei processi di produzione industriale e i residui dei processi di consumo, da valorizzare e trasformare in sottoprodotti energetici sostenibili ai fini ambientali per la biodiversità e gli ecosistemi. Realizzare abusivamente micro o grandi depositi incontrollati di rifiuti solidi urbani e industriali, in mezzo ai terreni agricoli, ai margini delle carreggiate stradali, vicino alla spiaggia e rive dei fiumi, non è una pratica condivisibile, degna delle persone e società civili. Così come i malati vanno curati e assistiti nelle strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche e private che siano, i rifiuti liquidi e solidi, urbani e industriali, pericolosi e speciali, pericolosi con e senza Tenorm e Amianto, devono essere conferiti nelle infrastrutture di trattamento e conferimento sicuri, autorizzate a norma di legge».
«Tutto questo dovrebbe sembrare ovvio - commenta il commissario -, ma spesso non lo è! Tutti vorrebbero che i rifiuti, residui dei prodotti alimentari di consumo e scarti residuali dei processi imprenditoriali, aziendali e industriali, venissero trasferiti in luoghi lontani dalla propria casa. Quest’effetto, detto “nimby”, conseguenza di un naturale dissenso psicologico dell'essere umano di allontanare rischi e pericoli più lontani possibili dalla propria casa e territorio, va bilanciato ponendosi questa domanda: che fare dei rifiuti assoggetti alla raccolta differenziata, delle acque reflue urbane e industriali contaminate prodotti nel proprio territorio? Ora occorre decidere e ragionare assieme, con spirito costruttivo e per l'esclusivo bene dei cittadini di Crotone e dintorni, su quale sia o possa essere l'alternativa agli attuali sistemi di trattamento, depurazione e conferimento, dei residui delle attività industriali, commerciali, aziendali, imprenditoriali, lavorativi, casalinghi, (cosiddetti beni economici circolari) da valorizzare a beneficio dell'ambiente, della biodiversità e gli ecosistemi a difesa e garanzia delle generazioni future».
«Meglio contenere il rischio con il conferimento in discariche autorizzate e controllate - conclude il commissario - o lasciare, a due passi dal mare, tonnellate di rifiuti pericolosi che da decenni, incontrollati, contaminano gli ecosistemi e danneggiano la salute umana?».