L'arte bianca
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CROTONE Un tripudio tra standing ovation, applausi, e corifinali inneggianti a Sergio Cammariere da Crotone, con un teatro riempito in ogni ordine di posto, hanno accompagnato l'evento inaugurale della struttura comunale intitolata a "Vincenzo Scaramuzza".

È questa la cornice che accompagnerà il ricordo di quanti hanno assistito al concerto del talentuoso artista esibitosi a Crotone lo scorso 9 ottobre, giornata in cui è coincisa la festa del santo patrono della città e l'assegnazione del secondo “Pitagora d'oro”.
È stato un Sergio Cammariere visibilmente emozionato quello visto la scorsa serata, quasi fosse la sua prima esibizione e forse paragonabile a quella che lo ha consacrato nel 2003 sul palco del Teatro “Ariston” con il terzo posto al Festival di Sanremo. E “Sergio” ha voluto ripercorrere con la scaletta dei suoi pezzi tutta la lunga e fulgida carriera, iniziata errante per l'Italia, tra stenti e sacrifici, e oggi "certificata" dai cultori del jazz e della musica d'autore in Italia e all'estero.
Un percorso artistico rievocato da Cammariere a partire dall'ultima fatica “La quattordicesima domenica”, brano strumentale composto per la colonna dell’omonimo film di Pupi Avati. E quindi via via scivolato in circa due ore di esibizione con i brani storici e più famosi dell'artista affiancato dai suoi partener di sempre sul palco Amedeo Ariano alla batteria, Daniele Tittarelli al sax soprano, e Luca Bulgarelli al contrabbasso, accompagnati dalle melodie dall'Orchestra sinfonica Brutia diretta dal maestro Angelo Lavori.
Momenti di emozione intensa si sono vissuti all'esecuzione di “Padre della notte” eseguita per la prima volta nella sala Nervi davanti a papa Giovanni Paolo II, e di Sorella mia, L'amore non si spiega, Via da questo mare. Momenti di jazz in libera esecuzione sono stati regaliti con i brani storici “Tempo perduto tempo” “Cantautore piccolino” che racchiudono gli esordi felici di Cammariere. Poi l'omaggio alle vittime del naufragio di Cutro attraverso musiche e parole contenute in “Dalla pace del mare lontano”. L'abbraccio dello Scaramuzza si è però palesato in “Tutto quello che un uomo” con il pubblico a cantare insieme a un Sergio Cammariere ormai certo dell'amore ricevuto dal suo pubblico più importante.

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