L'arte bianca
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CROTONE «Come certamente avrete appreso dal report epidemiologico nazionale “Sentieri 2023” - scrive il comitato - la città di Crotone è fortemente sofferente sul piano delle incidenze tumorali ed ambientali, il che dovrebbe assolutamente sconsigliare di consentire ulteriori attività che comportino ricadute sull’ambiente, già fortemente compromesso, e conseguenze ancora più pesanti in termine di salute pubblica». È quanto denuncia il comitato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere” una missiva inviata quest'oggi al presidente della Regione Calabria, al presidente del Consiglio regionale e alla Giunta regionale.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Attualmente - ricorda il comitato - Crotone accoglie nel raggio 10 chilometri: tre impianti di biomasse (Crotone, Cutro e Strongoli); una centrale turbogas (località Santa Domenica di Scandale); un termovalorizzatore per rifiuti ospedalieri e fanghi di depurazione; un impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi (Sovreco Spa); un impianto di discarica per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi e non (Sovreco Spa), un impianto Tmb (Trattamento biologico meccanico) per rifiuti indifferenziati in località Ponticelli; un impianto di discarica comunale Rsu dismessa di località Farina; quattro piattaforme a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni) con 31 pozzi attivi a mare per l’estrazione del gas metano (di proprietà Eni) e 9 pozzi attivi sulla terra ferma del promontorio di Capocolonna (di proprietà Eni); due impianti di raffinazione del gas estratto a Crotone (di proprietà Eni); una procedura di Via in corso presso il ministero per realizzare un Rigassificarore località Passovecchio. Infine il territorio è saturo di Parchi eolici (con aerogeneratori alti 20-30-50 metri) installati da circa 20 anni nelle vicine località di Rosito, Sant'Anna, Isola di Capo Rizzuto, San Giorgio, San Biaglio, Apriglianello, etc. etc.».
«Ebbene rispetto a tale contesto - spiega il comitato -, è ancora più grave quanto si sta verificando, in particolare il tentativo di modificare il Piano di bonifica del Sin per rimuovere il vincolo che prescrive ad Eni di portare i veleni fuori da Crotone e dalla Calabria. Un’operazione gravissima con implicazioni e conseguenze letali per la salute dei crotonesi. Per cui vi scriviamo affinché, innanzitutto, quanto già stabilito nella Conferenza dei servizi del 24 ottobre 2019, sulla questione rifiuti velenosi con Tenorm e matrici di Amianto fronte mare in area Sin, a tutela della salute dei cittadini di Crotone, venga rispettato e ribadito nella prossima Conferenza dei servizi convocata presso il ministero dell’Ambiente».
«A tal fine - chiede il comitato - si rende necessario procedere con urgenza ad una modifica del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (approvato il 12 marzo 2024), da fare entro il giorno della Cds, visto che alcune parti dello stesso risultano essere in contrasto con gli obiettivi definiti nelle Direttive 850/UE/2018, modificativa della direttiva 1999/31/CE sulle discariche, e 851/UE/2018, modificativa della direttiva 2008/98/CE sui rifiuti. Le recenti modifiche del Piano regionale dei rifiuti hanno di fatto ispirato l’odierna richiesta di variante al Pob Fase 2 da parte di Eni, che dal 2020 ad oggi non ha inteso procedere alla bonifica del sito Sin come stabilito dal decreto interministeriale 7 del 3 marzo 2020».
«Eni ha così assunto la grave responsabilità - sostiene il comitato - per la mancata bonifica. Dette modifiche risultano essere incostituzionali, nella misura in cui violano il sacrosanto diritto alla tutela della salute dei cittadini e della vita stessa. Risultano altresì illogiche andando a regolamentare senza distinzione la disciplina dei rifiuti speciali pericolosi e delle discariche inerenti è quella dei rifiuti solidi urbani e non pericolosi. L’illogicità della scelta fatta nell’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti ha anche pervaso e influenzato alcune recenti scelte. Infatti si è proceduto ad autorizzare, in via semplificata, la realizzazione di un gassificatore per rifiuti speciali ed infetti ospedalieri per 25 tonnellate al giorno attraverso una semplice variante ad una Autorizzazione integrata ambientale inerente e limitata al “solo” stoccaggio di detti rifiuti, senza alcuna Valutazione d’impatto ambientale».
«Il tutto autorizzato in area Sin - sottolinea ancora il comitato - e in prossimità di due biomasse e di un termovalorizzatore. Nel frattempo è in corso la costruzione di un nuovo termovalorizzatore per 65.000 tonnellate annue di rifiuti speciali e pericolosi laddove già ne esisteva uno. Suddette autorizzazioni violano i fondamentali ed essenziali principi costituzionali ed europei, come il principio di precauzione, oltre a violare il principio che prevede, nel rilascio delle autorizzazioni, la valutazione dell’effetto cumulativo sulla salute umana e sull’ambiente, che risulta ampiamente disatteso. In ragione della situazione epidemiologica accertata, in ragione delle gravissime criticità ambientali già presenti nonché del rischio idro geologico dell’area, affinché a Crotone non venga messa in pericolo la pubblica incolumità, cosa per la quale la vostra responsabilità non potrebbe essere esclusa, essendo in gioco la salute e la vita delle persone».
Il comitato chiede quindi «di rivedere immediatamente l’aggiornamento del Piano rifiuti regionali emendando: al punto 32.1 Applicazione dei criteri localizzativi, il periodo “Nel Piano del 2016 si era inteso distinguere i criteri localizzativi per l’individuazione di aree idonee per impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani dai criteri localizzativi per gli impianti di trattamento, di recupero e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non-pericolosi. Nel presente aggiornamento non si fa più ricorso a tale distinzione e pertanto i criteri localizzativi definiti nel presente capitolo si applicano a tutte le tipologie impiantistiche della tabella 32.1, indipendentemente dalla qualificazione giuridica del rifiuto e dalla sua origine”». «Al punto 32.2 - prosegue il comitato - Esclusione dal campo di applicazione dei criteri localizzativi, la lettera “n) discariche per la messa in sicurezza permanente e impianti di trattamento dei rifiuti realizzati nell’area oggetto di bonifica e destinati esclusivamente alle operazioni di bonifica dei siti contaminati secondo le procedure del titolo V del d.lgs. 152/2006, fermo restante l’obbligo di rimozione degli impianti di trattamento a bonifica conclusa”».
«In quanto tali previsioni - incalza il comitato - costituiscono la ragione per cui Eni pretende di lasciare tutti i rifiuti velenosi a Crotone, contrariamente e quanto previsto con il paur; di provvedere, tramite il dipartimento Politiche dell'ambiente della Regione Calabria, all’avvio di una procedura di Valutazione ambientale strategica ai sensi del D.Lgs 152/2006 e del Regolamento regionale n. 3/2008, con la finalità di assicurare che tutte le attività autorizzate siano compatibili con i contesti ambientali e lo sviluppo sostenibile, nel rispetto degli ecosistemi, delle risorse e della loro capacità rigenerativa, della salvaguardia della biodiversità e soprattutto della vita umana».
«Per tale ragione - sintetizza la nota - si richiede quindi la sospensione di tutti i procedimenti autorizzativi rilasciati e/o in corso di valutazione. Inoltre, si fa presente che la recente scelta di bocciare la realizzazione della discarica per rifiuti pericolosi e non di Giammiglione proposta dal Gruppo Maio Srl, sebbene vada nel senso di escludere la realizzazione dell’ennesimo mostro ambientale, già bocciato in passato, non è un deliberato che garantisce fino in fondo la non realizzazione del pericolosissimo progetto; infatti sostanzialmente, con le modifiche contenute nel nuovo Piano rifiuti regionale, sono aperti spazi per l’accoglimento di prevedibili ricorsi della proponente, qualora non voleste rivedere l’adeguamento del Piano rifiuti, emendandolo nelle parti suddette e reintroducendo i soppressi fattori, rendendoli ancora più stringenti, ed i criteri localizzativi, al fine di impedire la realizzazione di nuove discariche in un territorio già fortemente inquinato ed esposto» conclude il Comitato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere”.