Bancarotta società: torna libera Viviana Rizzo, moglie dell'imprenditore Danese
L'imprenditrice era ai domiciliari dallo scorso 6 marzo. Il gip ha accolto l’istanza presentata dai legali Verri e Bianchi subito dopo il suo interrogatorio

CROTONE È stata interrogata e subito dopo rimessa in stato di libertà, nella stessa mattinata di oggi, dal Gip presso il Tribunale di Crotone, Assunta Palumbo, Viviana Rizzo (56 anni), moglie di Saverio Danese (62 anni), entrambi finiti ai domiciliari lo scorso 6 marzo con l'accusa di bancarotta fraudolenta di due società operanti nel settore della promozione pubblicitaria.
Il gip Palumpo è andata in accoglimento dell’istanza presentata dai legali dell'imprenditrice Francesco Verri e Massimiliano Bianchi con il parere favorevole del pm.
Secondo quanto raccolto dalla Guardia di finanza (attraverso il nucleo di Polizia economico-finanziaria che ha portato avanti le indagini), i due avrebbero portato al dissesto le società dopo aver accumulato, tra gli anni 2012 e 2021, debiti erariali per complessivi 900.0000 mila euro e depauperato le risorse finanziarie aziendali per circa 500mila euro, oltre ad aver occultato i libri e i registri contabili e distratto i beni aziendali trasferendoli a due nuove società costituite ad hoc.
Contestuale all'esecuzione del provvedimento cautelare erano state, inoltre, sottoposte a sequestro anche le quote societarie e i beni mobili e immobili delle due new company, anch’esse con sede in Crotone e operanti nel medesimo settore commerciale di quelle fallite. Per gli inquirenti sono state lo strumento attraverso il quale l'imprenditore Danese ha potuto proseguire indisturbato la propria attività a discapito dell’Erario e dei creditori.
«Una sistematica e pluriennale evasione dei tributi, degli oneri fiscali e previdenziali - si legge nelle carte degli inquirenti - a cui faceva seguire, non appena le aziende raggiungevano un livello di decozione irreversibile, il trasferimento, senza il pagamento di alcun corrispettivo, dei beni aziendali alle altre società nel frattempo costituite allo scopo di realizzare, in sostanza, un’operazione distrattiva».
Numerosi e per importi rilevanti sono stati, infatti, i prelevamenti dai conti societari effettuati negli anni dai coniugi, destinati a soddisfare esigenze personali, estranei all’attività aziendale, come ad esempio l’acquisto di un’imbarcazione di lusso e di un appartamento sito nel pieno centro di Crotone.