Don Alberto Torriani è il nuovo arcivescovo di Crotone-Santa Severina
Papa Francesco ha indicato il 53enne rettore del Collegio San Carlo di Milano. L'annuncio è stato dato questa mattina nella Chiesa dell'Immacolata da monsignor Maniago
CROTONE Cita Calvino e le sue città invisibili, viene da Bollate (Milano) e non nasconde il suo desiderio di essere accolto dal tenero abbraccio di Maria di Capo Colonna. Don Alberto Torriani, 53 anni, è stato indicato dal santo padre Francesco quale nuovo arcivescovo della Diocesi di Crotone-Santa Severina.
L'annuncio è stato dato questa mattina alle ore 12, nella Chiesa dell'Immacolata a Crotone, da monsignor Claudio Maniago, amministratore apostolico della diocesi, alla presenza di una folta rappresentanza fedeli, presbiteri e religiosi.
Monsignor Maniago ha espresso gratitudine a Papa Francesco per il «dono del nuovo vescovo» e per «la disponibilità con cui don Alberto Torriani ha accolto questa responsabilità pastorale».
Il presule di Catanzaro ha inoltre percorso, sinteticamente, la biografia del nuovo arcivescovo: nato nel 1971 a Bollate (MI) e ordinato sacerdote nel 2000, don Alberto ha maturato una significativa esperienza pastorale ed educativa, ricoprendo ruoli di rilievo nella pastorale e nella guida di prestigiose istituzioni scolastiche cattoliche.
È stato infatti vicario presso la parrocchia di San Biagio di Monza, e della successiva Comunità pastorale "Ascensione del Signore".
A Monza è stato responsabile della Pastorale giovanile della città dal 2003 al 2011. Dal 2000 nel mondo della scuola come assistente e vicepreside delle Scuole parrocchiali San Biagio di Monza; dal 2011 al settembre 2016 è stato rettore del Collegio Rotondi di Gorla Minore (VA), per poi assumere l'incarico di pro-rettore del Collegio San Carlo di Milano di cui, dal febbraio 2017, è diventato Rettore.
Don Alberto Torriani, che succede a monsignor Angelo Raffaele Panzetta, ha inviato un messaggio di saluto alla diocesi, esprimendo il desiderio di essere un pastore vicino alla gente. Ha evocato le parole di Italo Calvino per sottolineare come «la Chiesa, proprio come una città, viva grazie alle relazioni tra le persone e alle connessioni spirituali che ne animano il cuore».
Il nuovo arcivescovo ha scritto di voler «prendere sul serio le parole di Papa Francesco quando invita a coltivare l'incontro e farlo divenire lo stile del nostro essere Chiesa. Sarà questa la mia prima preoccupazione dei prossimi mesi».
La cerimonia, iniziata con la recita dell'Angelus e un momento di raccoglimento, si è conclusa nuovamente con la preghiera, in cui i presenti hanno affidato il nuovo pastore all'intercessione della Madonna di Capocolonna e dei santi patroni Dionigi e Anastasia, invocando forza e saggezza per l'inizio del suo ministero episcopale.
Don Alberto Torriani sarà consacrato vescovo il 22 febbraio prossimo, alle ore 15, nel Duomo di Milano.
La Chiesa di Crotone - Santa Severina si prepara ad accogliere il nuovo arcivescovo, che farà il suo ingresso ufficiale nelle prossime settimane. «Dettagli sul programma dell'insediamento - ha sottolineano monsignor Maniago - saranno comunicati appena possibile.
«Affinché si sentano da Lui conosciuti»: lettera di saluto alla Diocesi di Crotone-Santa Severina
«Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato» (da Le città invisibili, I. Calvino).
Carissime sorelle e fratelli nella fede, carissimi confratelli nel ministero carissime consorelle nella comunione dei carismi, vi scrivo questo saluto mentre il turbinio di emozioni e il tumulto dei pensieri non si sono ancora placati nel cuore. Non vi nascondo che anche qualche lacrima ha solcato il mio volto dopo aver ricevuto dal Santo Padre questa nomina come vostro nuovo pastore perché ne sento la sproporzione ma anche la grazia del dono. In questi giorni di trepidazioni e di attese, di immaginazioni e curiosità, di ascolti e di organizzazioni, ho trovato nelle parole di Italo Calvino una forma ai pensieri rincorsi e alle parole spesso zoppicanti, orientando scelte e incoraggiando passi. All’ingresso del mio ufficio da dove vi scrivo c’è un cartello con questa citazione, una sorta di “biglietto da visita” in ingresso.
Sui normali biglietti da visita, su questi piccoli cartoncini che si mettono nel portafogli, spesso colorati e talvolta aggraziati con qualche immagine o simbolo, sono riportate le informazioni principali di una persona, i suoi contatti, i suoi luoghi del lavoro, le sue appartenenze, le sue responsabilità… Poche informazioni utili, da tenere in memoria e che servono per contatti successivi, più approfonditi, per memorie di calendario o futuri da progettare insieme. I prossimi giorni e le prossime settimane saranno tempi in cui ciascuno cercherà reciprocamente i “biglietti da visita”, a caccia di notizie, di informazioni, di giuste curiosità e lecite attese. In quel romanzo citato da quelle righe, il protagonista esploratore (Marco Polo) si ritrova alla fine del suo viaggio a dover raccontare all’imperatore tutte le città che ha visitato, i posti che ha visto, le storie che ha ascoltato e le persone che ha incontrato e che hanno abitato pezzi del nostro cuore e delle nostre memorie. Nella descrizione - e qui viene il bello - si attarda a descrivere vie e porticati, strade e gradini… eppure dice che raccontare tutto questo è come descrivere il nulla. Il segreto di quelle città immaginarie sono le relazioni.
Cosa vuol dire? Che tutto ciò che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane raccoglieremo di informazioni e racconti reciproci sarà sempre la parte residuale di un tutto più grande visitato dalla creatività dello Spirito. Qui è scritta la ‘città’, ma mi piace sostituire questa parole con ‘la nostra Chiesa di Crotone – Santa Severina’: questa comunità raccolta attorno al Vangelo di Gesù ha il suo motore nelle relazioni buone e vere tra le persone che la abitano, tra le Istituzioni che ne garantiscono il funzionamento, tra le generazioni che ne segnano la vivacità, tra i luoghi che ne definiscono i confini… e credo di poter continuare a lungo questo elenco.
Nel vangelo di Giovanni c’è un racconto che voglio qui rilanciare: è al capitolo 21. Lì è descritto un incontro tra Gesù e alcuni suoi discepoli sulla riva del mare di Galilea, ignari costoro che Lui fosse il loro maestro Risorto. Ad un certo punto lo sconosciuto li saluta con una domanda: «Avete qualcosa da mangiare?». Che vuol dire anche: «Avete di che vivere?» . Gesù si interessa di loro, alle loro vite concrete.. e loro si sentono da Lui conosciuti. Questa domanda sorprendente fa venire voglia di dare fiducia a questo sconosciuto che è Gesù.
Fa venire voglia di prendere sul serio le parole di Papa Francesco quando invita a coltivare la passione dell’incontro e farla divenire così lo stile del nostro essere Chiesa. Sarà questa la mia prima preoccupazione dei prossimi mesi. Ripenso a quell’incontro all’alba – così come scritto nel Vangelo - e a quella domanda, immaginandola che risuona sulle coste del nostro mare, o suoi monti della nostra campagna, o nelle strade della nostre città o nei saloni, nei cortili e nelle Chiese delle nostre parrocchie e comunità, così come nelle cucine e nelle stanze delle nostre case.
So che molti hanno preparato il nostro incontro con operosità nella preghiera e nella corresponsabilità ecclesiale affinché continuasse la fase profetica del Cammino Sinodale in vista anche del Giubileo della Speranza del 2025 che per la nostra comunità diocesana vuol dire l’arrivo di un nuovo Pastore.
Ringrazio qui S.E. Mons. Maniago per la cura alla nostra Chiesa Diocesana di questi mesi, così come chi mi ha preceduto nel ministero pastorale S.E. Mons. Panzetta. Vorrei concludere questo mio primo saluto imparando a fare mie le parole della preghiera per l’inizio del nuovo anno pastorale, chiedendo a voi di continuare l’attesa vigile e operosa del nostro incontro, e così come è scritto nella preghiera vi chiedo di affidarmi in particolar modo all’intercessione della Madonna di Capocolonna e ai nostri santi patroni Dionigi e Anastasia. Il Signore vi benedica tutti!
Don Alberto Torriani (Arcivescovo eletto di Crotone-Santa Severina)