Inchiesta sugli appalti ferroviari al Nord, il Tdl esclude l'aggravante mafiosa
L'operazione aveva portato a 8 arresti tra Lodi e Verona per presunte infiltrazioni della cosca di 'ndrangheta “Arena-Nicoscia” di Isola di Capo Rizzuto
MILANO Il Tribunale della libertà di Milano ha escluso l’aggravante dell’agevolazione mafiosa nonché i reati di riciclaggio per quattro indagati nell'ambito dell'operazione che aveva portato, lo scorso 12 novembre, a 8 arresti tra Lodi e Verona per presunte infiltrazioni della cosca di 'ndrangheta “Arena-Nicoscia” di Isola di Capo Rizzuto negli appalti ferroviari.
Nel merito della decisione del Tdl, si tratta di Stefano, Domenico, Alfonso e Domenico Giardino tutti difesi dall'avvocato, Roberto Coscia.
Il Tdl ha gradato agli arresti domiciliari la misura cautelare per Stefano Giardino e annullato il provvedimento per Antonio Giardino. Resta in carcere invece Alfonso Giardino con l'accusa di bancarotta fraudolenta, così come vengono confermati i domiciliari per Domenico Giardino.
«L’esclusione dell’aggravante mafiosa è rilevante – spiega l'avvocato coscia - perché nell’inchiesta si parla di 'ndrangheta. In realtà si tratta di reati che non hanno alcun collegamento con la criminalità organizzata. Inoltre sono stati esclusi i reati di riciclaggio», precisa ancora l'avvocato Coscia.
L'ordinanza di custodia cautelare a carico degli 8 indagati era stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Lodi e Verona, con il supporto del Gico di Catanzaro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Milano su richiesta della locale Procura-Direzione distrettuale antimafia. L'attività di indagine si pone in continuità con altra già avviata dalla guardia di finanza di Varese unitamente al Gico di Milano.
Il giudice del Tribunale di Milano aveva disposto la custodia cautelare in carcere per due associati e gli arresti domiciliari per altri sei partecipi all'associazione, riconoscendo, per alcuni, l'aggravante dell'aver agevolato l'organizzazione di stampo mafioso cosca Arena Nicoscia.
Le fiamme gialle hanno inoltre sequestrato, inoltre, disponibilità finanziarie, quote societarie, beni immobili, mezzi di trasporto e conti correnti per quasi 2,5 milioni di euro, equivalenti al profitto della frode perpetrata ed a plurime distrazioni nell'ambito di reati di bancarotta fraudolenta.