Sono due, quindi, le novità che riguardano il dibattito apertosi intorno alla vicenda della bonifica. Ieri all'iniziativa organizzata dal Legambiente il dirigente della Regione Calabria Giovanni Aramini, nel suo intervento, ha messo a nudo le responsabilità che l'Eni ha in merito ai ritardi che si registrano per completare l'opera di bonifica prevista dal Pob fase 2.
Le attività annunciate sono ferme ad un palo. Nel suo ragionamento Aramini ha dimostrato come l'Eni giochicchia per non fare. Non si tratterebbe, quindi, di un'attività ludica innocente, ma di una strategia messa in campo dal cane a sei zampe per non realizzare la bonifica. Aramini insomma ha scoperchiato la pentola. Mai nessuno lo aveva fatto sino ad ora con la chiarezza espositiva e il coraggio del dirigente della Regione.
Quello di ieri organizzato da Legambiente è stato un convegno interessante, perché anche il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, non si è tirato indietro ed ha detto le cose che la città si aspetta da lui, che negli anni ha costruito la sua fortuna elettorale battagliando sulla bonifica. Voce ha ripetuto concetti già noti, ma ha anche detto che l'Eni avrebbe potuto già realizzare l'intervento di bonifica utilizzando il soil mixing all'interno del sito dell'ex Pertusola, perché questa tecnologia non richiederebbe la disponibilità della discarica.
L'Eni, invece di operare, propone cambiamenti al Pob fase 2, che è stato approvato il 24 ottobre del 2019. Come ha spiegato Aramini il Pob fase 2 è il contenitore che ha raccolto le proposte avanzate dall'Eni. Non ci sarebbero contenuti proposti da altri.
Voce ha spiegato che c'è da fare una distinzione tra bonifica e smantellamento della discarica a mare, che deve essere smantellata e i rifiuti presenti dovrebbero essere trasferiti in altri impianti. Sono questi rifiuti, circa un milione di tonnellate, che hanno bisogno di una discarica per essere smaltiti.
Perché l'Eni non parte con il progetto di bonifica vera? Dal convegno di ieri è emerso che il colosso di stato prenderebbe tempo per lasciare le cose come stanno. Regione e Comune, quindi, si sono posizionati e il 3 maggio prossimo diranno no alla richiesta di Eni di modificare il Paur per smaltire a Crotone i rifiuti.
Il presidente della Provincia, Ferrari, non ha partecipato all'incontro di Legambiente pur avendo dato la disponibilità a farlo. I dirigenti di Legambiente ieri hanno detto che Ferrari era impegnato in attività istituzionali. Secondo quanto si racconta era impegnato in una seduta di consiglio comunale a Cirò Marina, dove il presidente della Provincia è sindaco.
Di solito, quando Ferrari è impegnato, la presenza della Provincia viene garantita. Di solito il presidente viene sostituito dal suo vice, Fabio Manica, o da altro consigliere delegato. La Provincia quindi marca la presenza, ieri invece è risultata del tutto assente.
Un'assenza che fa pensare alla volontà di sottrarsi ad un confronto su un tema delicato qual è quello della bonifica, anche se magari non è così e l'assenza non è dovuta alla volontà di non esporsi. Magari potrebbe non essere così e l'assenza potrebbe essere legata al fatto che è meglio non esporsi rispetto ad un tema che sta suscitando grandi attese nella popolazione di Crotone e del suo territorio.
A questo punto Ferrari farebbe bene a chiarire quale sarà la posizione della Provincia alla Conferenza dei servizi convocata per il prossimo 3 maggio. I cittadini vogliono sapere, ne hanno diritto, se in quella sede voterà insieme a Regione e Comune o si diversificherà.