«Confesso – scrive voce – che sono piuttosto stanco dell'enunciazione di massimi sistemi attraverso compitini da terza elementare finalizzati, tra l'altro, a dividere i "buoni" dai "cattivi". Ai miei consiglieri di maggioranza colti, dopo mesi di silenzio quando era opportuno e doveroso da parte loro sostenere e valorizzare l'operato dell'amministrazione, da improvvisa loquacità e da accelerata grafomania dico: ci si candida da consiglieri comunali per il bene collettivo non per impartire lezioni di etica e di morale un tanto al chilo».
«Per usare una loro definizione – incalza il sindaco –, il "far politico", termine più da "maestrini" che da consiglieri comunali, consiste nel proporre progetti, collaborare alla costruzione di essi, intervenire sulle questioni concrete che interessano la gente e non divagare sul sesso degli angeli. Giro loro lo stesso invito: "arriverà il momento in cui si dovrà rispondere e rendere conto delle proprie azioni"».
«Bene – sbotta Voce –, per loro questo momento è arrivato. Non ho registrato fino a questo momento una proposta, una, che possa essere annoverata a loro merito. Ne prendano atto. Io l'ho già fatto. Se non condividono più il progetto, li ringrazio per quanto fino ad oggi "non fatto" e si determinino al riguardo. Lo facciano senza quella "superficialità" e "leggerezza" che imputano agli altri ma che è stata una costante di un comportamento che fino ad oggi ha solo contribuito a danneggiare l'interesse della comunità cittadina», conclude il sindaco.