In seconda seduta, con 5 contrari, due astenuti e 15 voti favorevoli il bilancio consuntivo del comune di Crotone è passato. Era questo uno degli ultimi test di una maggioranza borderline e frastagliata che s'avvia al termine di una martoriata consiliatura. Sebbene i conti dicano che il Comune vanti 10,3 milioni di euro di avanzo nella gestione (di cui solo 730mila non vincolati e quindi utilizzabili per spese impreviste), c'è da dire che si tratta di una fotografia contabile virtuale. Sono somme, infatti, che vengono ascritte in bilancio da tempo perché di natura esigibile per il Comune, ma in pratica ormai quasi impossibili da riscuotere. Ecco allora che, grazie alla nuova normativa (riaccertamento straordinario dei residui) che pone di compiere una verifica più recente su questo tipo di poste in bilancio, si scopre come in realtà il Comune sia sotto di almeno 5,5 milioni di euro che, molto probabilmente, dovranno essere coperti tramite mutuo. È questo un aspetto che, però, coinvolge tutti i comuni italiani dopo l'introduzione delle nuova normativa in materia contabile per gli Enti territoriali. Tale aspetto è stato anche ribadito dall'assessore al ramo Sergio Contarino nella relazione al bilancio pronunciata ieri pomeriggio in consiglio. «Una norma capestro - ha detto Contarino - che ha visto la richiesta reiterata dell'Anci di avere più tempo a disposizione, non solo per il bilancio consuntivo e il riaccertamento straordinario, ma anche per lo sforzo che gli uffici finanziari hanno dovuto affrontare dal primo gennaio». Nonstante questo, però, Contarino ha sostenuto che il «Comune di Crotone registra 35 milioni di euro in opere pubbliche, 5 in più dell'anno scorso, con 40 cantieri aperti tra i vari quartieri della città». L'assessore Contarino ha anche ricordato i vari interventi che hanno riguardato l'edilizia popolare, le isole ecologiche, il trasporto scolastico, il fondo di garanzia alle imprese, le politiche sociali, le iniziative sportive e la settimana della cultura.
Il "Movimento 139 - Calabria Attiva" ha formulato richiesta per la convocazione di un consiglio congiunto aperto dedicato alla questione del Marrelli Hospital, da convocarsi nel più breve tempo possibile alla partecipazione di consiglio comunale, consiglio provinciale, assemblea dei sindaci, del prefetto Vincenzo De Vivo, del presidente della Regione Mario Oliverio, del commissario alla Sanità Massimo Scura, della consigliera regionale Flora Sculco e dei parlamentari Nicodemo Oliverio e Dorina Bianchi. «In un momento di profonda crisi sociale della città - scrive il movimento - le condizioni in cui versa il sistema sanitario locale di fatto configurano un'autentica emergenza in quanto vengono progressivamente mortificati, insieme a tanti altri diritti, anche quello alla salute. La privazione o il ridimensionamento di servizi importanti nell'ambito del servizio ospedaliero e il mancato rafforzamento della struttura territoriale esigono realmente una presa di posizione della città che a nostro avviso deve essere sintetizzata in un apposito consiglio comunale. Questo può assumere precise posizioni sulla sanità crotonese - spiega la nota -, esigenza quanto mai irrinunciabile in riferimento alla autorevole sollecitazione che di recente, in tal senso, ha compiuto l'ordine dei medici. In questo quadro, c'è una questione ancora aperta rispetto alla quale è inammissibile qualunque indifferenza, che è quella del Marrelli Hospital. La stessa - prosegue il comunicato - rappresenta un'opportunità di recupero del conseguimento del principale nostro diritto e nello stesso tempo un'opportunità di riqualificazione dell'intero sistema sanitario calabrese. Completato l'iter burocratico per l'apertura di questa importante struttura tocca ora al Commissario Scura definire ed in fretta i propri adempimenti utili allo scopo. Al riguardo, essendo programmata una visita dell'ingegner Scura in città, è auspicabile che la stessa comprenda anche una sua diretta ricognizione del centro sanitario Marrelli. Il consiglio comunale per tramite del suo presidente può, se lo ritiene, farsi carico della formalizzazione di questo invito. L'iniziativa - conclude -, intesa complessivamente, porterebbe innumerevoli benefici alla città anche a cominciare da quelli occupazionali e pertanto ogni misura utile a favorirla diventa un nostro preciso dovere istituzionale».
Forse il consiglio di ieri, in molti e per opposte motivazioni, lo ricorderanno a lungo. Lo ricorderanno soprattutto in casa Pd i sei consiglieri "dissidenti" che sono rimasti praticamente isolati rispetto alla proposta di sfiducia del presidente del consiglio comunale. E lo ricorderà anche il segretario provinciale del Pd Arturo Crugliano Pantisano, protagonista ieri di un accorato intervento nel corso del quale ha ribattuto punto su punto tutte le questioni addebbitategli. Come è noto, quindici giorni fa erano stati ben 18 i consiglieri che avevano chiesto la sfiducia al presidente-segretario Arturo Pantisano (uno in più rispetto ai 17 che richiede la legge), ma solo una settimana dopo questi erano scesi a nove. Ieri in consiglio addirittura a votare la sfiducia sono rimasti solo in sette. Devona, Pristerà, Ambrosio, Mellace, Donato e Candigliota, a cui si è aggiunto Ettore Perziano: rappresentano tutti consiglieri eletti nelle fila del Pd. Questo significa che alla fine nessun altro partito ha votato contro il segretario provinciale del Pd. Anzi per certi versi lo hanno sostenuto tutti. A detta di molti la discussione sulla sfiducia non sarebbe neanche dovuta approdare in consiglio, non tanto e non solo perché non può essere sfiduciato un presidente (anche se utilizzando la revoca di una delibera in autotutela), ma perché le motivazioni sono state palesemente infondate e i rilievi, assolutamente privi di riscontro giuridico e di fatto. Cosa si rimprovera a Pantisano? Probabilmente rispetto agli altri il segretario ha già forse in testa il progetto della futura coalizione che dovrà presentarsi alle amministrative del 2016. E' un progetto che crea fibrillazione? Il voto ha dimostrato che se questa c'è, può riscontrarsi al momento solo tra i suoi. In consiglio sono rientrate, ad esempio, le posizioni di agenda 139, ma anche di Fabio Lucente e di Sergio Iritale che erano tra i firmatari della iniziale sfiducia. Da segnalare l'atteggiamento dell'opposizione che, astenendosi, per bocca di Cesare Spanò, Vincenzo Camposano e Manuela Cimino, ha manifestato da un lato la distanza per una richiesta di sfiducia che hanno ritenuto illegittima, dall'altro col voto di astensione la volontà di ribadire la stessa scelta che fu fatta a suo tempo al momento dell'insediamento del Consiglio comunale. Tra i banchi del pubblico non è sfuggita la presenza del presidente della Commissione di garanzia del Pd Pietro Secreti e del commissario cittadino Maurizio Tricoli. Cosa questo significhi non è dato sapere, ma secondo i più informati non si escludono decisioni importanti già nelle prossime ore. Catecumenale invece Pantisano, che esce come il vero vincitore della serata. A fine consiglio a chi gli ha domandato cosa avrebbe fatto ora e come avrebbe operato politicamente nei confronti dei sei, ha detto: «Nessun risentimento, è un periodo che leggo la Bibbia, Dio dice di perdonare, e comunque ognuno in consiglio opera legittimamente secondo le proprie convinzioni ed ho rispetto anche di quelli che in questa vicenda non l'hanno pensata come me. Andiamo avanti - ha concluso - e cerchiamo di recuperare agli errori commessi: nessuno è senza peccato». Nei prossimi giorni vedremo dunque gli sviluppi all'interno del Pd, ma da oggi una cosa è certa: Arturo Pantisano è molto più forte, sia nel partito che nel Consiglio.
Domani si discuterà in consiglio comunale anche della volonta espressa da 18 consiglieri in un documento che non si sentano più garantiti come organo terzo per i lavori dell'assise dal presidente Artuto Crugliano Pantisano.
«Ai sensi e per gli effetti - informa una nota del comune - dell’articolo 53 del Regolamento sul funzionamento degli organi di governo, si comunica che, all’ordine del giorno del consiglio comunale del 12 maggio 2015, viene aggiunto, in via d’urgenza, il seguente argomento: "Revoca in autotutela deliberazione consiglio comunale n. 5 del 20 giugno 2011 ad oggetto “Elezione del Presidente del Consiglio Comunale”». È stato a lungo discusso se sia nei poteri dei consiglieri votare la sfiducia che, a quanto sembra, non è prevista dallo stesso regolamento comunale. Attraverso questa nuova formula, quindi, la revoca della delibera con cui il consiglio votò nel 2011 l'elezione di Pantisano alla presidenza del consesso civico, i promotori del documento tenteranno di "spodestare" lo stesso dall'incarico.La seduta di domani è convocata nella sala consiliare e l'ordine del giorno come prevede: Lavori in corso di esecuzione sul promontorio di Capo Colonna volti alla valorizzazione dell'area archeologica; richiesta di informazioni in ordine allo stato della procedura d'ispezione ministeriale in corso; richiesta di un ruolo attivo da parte dell'Amministrazione Comunale avuto riguardo all'elaborazione di un progetto che rimoduli l'intervento in atto; discussione sulle problematiche legate al promontorio di Capo Lacinio avuto specifico riguardo alla possibilità di promuovere iniziative che siano rivolte a valorizzare e rendere fruibile il sito; Determinazione delle rate e delle scadenze della Tassa sui Rifiuti (Tari) per l'anno 2015.
È convocata per domani alle ore 16.30 in prima convocazione la riunione del Consiglio comunale di Crotone. All'ordine del giorno l'approvazione del rendiconto della gestione dell'esercizio finanziario 2014 e la situazione delle problematiche dell'aeroporto Sant'Anna. Il Consiglio comunale sarà nuovamente convocato in sessione straordinaria – seduta pubblica per martedì (12 maggio) sempre alle 16:30 nella Sala Consiliare (e, ove occorra, in 2^ convocazione per il giorno, mercoledì 13 maggio alla stessa ora) per la discussione su Capo Colonna e relative determinazioni.
Alla vigilia del ritorno delle spoglie mortali in città di monsignor Giuseppe Agostino, il consiglio comunale di Crotone ha ricordato, con una seduta aperta, l'ex vescovo in capo all'arcidiocesi dal 1974 al 1998. Nata su impulso della commissione consiliare Cultura, l'iniziativa è stata condivisa dal sindaco, da tutti i consiglieri comunali e dalla comunità cittadina che si è stretta nell'aula consiliare intorno al ricordo dell'uomo e del pastore. Alla presenza di autorità civili e militari e dei sindaci della provincia si sono alternati gli interventi che hanno ricordato l'opera di monsignor Agostino nella città di Crotone. «Monsignor Agostino è stato un operaio della fede. Non solo perché ha abbracciato, nel momento più difficile per la nostra città, la causa degli operai ma perché egli stesso è stato, attraverso il suo modo di essere e di concepire il suo alto mandato, un costruttore di coscienze» ha detto il sindaco Peppino Vallone nel suo intervento. «Parlava il linguaggio della gente - ha aggiunto il sindaco Vallone - e per questo era amato. Rappresentava un punto di riferimento preciso, indipendentemente dal fatto che indossasse l'abito talare. Era un uomo tra gli uomini che viveva quotidianamente i problemi della sua comunità. La sua presenza contribuiva a far sentire tutti più uniti. Era interprete - ha concluso - di una chiesa sociale». «Monsignor Agostino è stato un muro forte e solido reggendo sulle sue spalle, non solo la curia crotonese ma diventando sostegno e punto di riferimento per l'intera comunità cittadina in periodi particolarmente difficili e di forti tensioni sociali» ha detto nel suo intervento il presidente del consiglio Arturo Crugliano Pantisano. «E' stato un ponte - ha aggiunto - tra la casa di Dio e la casa degli uomini». Sulla figura del vescovo Agostino sono intervenuti il consigliere regionale Flora Sculco, il consigliere comunale e provinciale Sergio Iritale, il vicepresidente della commissione Cultura del Comune di Crotone Fabrizio Meo, il sindaco di Melissa Gino Murgi e il giornalista Virgilio Squillace. Nel corso del dibattito, invece, hanno manifestato la propria visione del ruolo di monsignor Agostino per la comunità crotonese i consiglieri Vincenzo Camposano, Michela Cortese e Giusy Regalino. Le conclusioni sono state quindi affidate a monsignor Domenico Graziani Vescovo di Crotone.