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Mercoledì, 04 Ottobre 2023

POLITICA NEWS

comitato cittadini aeroporto crotone manifestazionePartecipare sabato prossimo, 13 maggio, alla manifestazione in difesa dell’aeroporto di Crotone è un obbligo morale. L’obiettivo deve essere quello di fare arrivare sino a Roma il grido di allarme e di protesta della provincia di Crotone, unitamente agli abitanti di altre province calabresi interessate all’apertura dello scalo. Più gente ci sarà e maggiori saranno le possibilità che le alte sfere della politica mostrino interesse alla vicenda dell’aeroporto crotonese. Fatta questa premessa indispensabile c’è da dire che spesso a Crotone si interviene quando siamo di fronte ad un morto per chiedere il miracolo della resuscitazione. Siamo una popolazione abituata a demandare agli altri e ci moviamo solo quando la situazione è degenerata. Voglio dire che avremmo dovuto capire per tempo, cioè già al momento della richiesta di fallimento della società Sant’Anna, che c’era bisogno di mobilitarsi. Avremmo dovuto capire che la nostra classe politica-dirigente non è all’altezza del compito e non sa difendere gli interessi di questo territorio, che rappresenta il Sud della Calabria. Avremmo dovuto capire che abbiamo una classe dirigente che litiga e divide il capello in quattro anche sul nulla. Probabilmente perché mette al primo posto gli affari di famiglia. Meglio tardi che mai. La vicenda dell’aeroporto potrebbe rappresentare un punto di svolta per tutte le altre questioni, l’importante è mettere al primo posto le cose fondamentali da difendere e fuori dalla porta l’appartenenza politica e gli interessi di famiglia. Non c’è dubbio, però, che la chiarezza vuole che chi ha i carboni bagnati non vada a sfilare in prima fila con la medaglietta appuntata sul petto. Non va sottovalutato il fatto che alle manifestazioni contro la mafia spesso, in prima fila, sfilano mafiosi e sostenitori occulti della mafia. Evitiamo che la manifestazione di sabato diventi una passerella per coloro che hanno gravi responsabilità per la chiusura dell’aeroporto e partecipiamo in massa tutti. Questa volta non dobbiamo pensare che “tanto ci sono gli altri che ci vado a fare io”.

 

 

 

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sculco enzo platea apolloNon vedo non sento e non parlo. Non è da Enzo Sculco fare finta di niente su quanto si sta consumando al Comune di Crotone. Il leader dei DemoKratici, sino ad oggi, davanti ad una situazione critica aveva sempre espresso un suo parere. Ha sempre difeso l’operato dell’amministrazione comunale guidata da Ugo Pugliese o ha giustificato gli amministratori per la loro poca esperienza, come è successo pochi giorni prima di Natale. L’incontro con Sculco è stato casuale: davanti al palazzo comunale. Lui era diretto a Savelli ed io gli ho rappresentato la situazione in cui versava la città. «Bisogna avere pazienza – ha risposto Sculco – è colpa dell’inesperienza». Da quell’incontro sono passati altri tre mesi e l’unica novità dell’amministrazione è rappresentata dall’aumento del 10% delle competenze che vengono erogate a sindaco e assessori. Da un calcolo effettuato ai cittadini di Crotone questo aumento verrà a costare intorno a 42.000 euro all’anno. Dopo le polemiche delle ultime settimane sul mancato decollo dell’amministrazione comunale ci si aspettava un intervento del leader dei DemoKratici. Non c’è stato e la sua posizione odierna (non vedo, non sento, non parlo) è quanto meno sospetta. Circolano voci su una riunione infuocata che si sarebbe tenuta, nelle ultime ore, nella sede dei DemoKratici a via Roma. Di questa riunione siamo stati informati, ma non possiamo raccontarla perché non abbiamo riscontri diretti. In politica lo scontro nelle mura amiche è un sintomo di malattia grave. Sulco questo lo sa e sa anche che la malattia va curata per tempo, altrimenti diventa incurabile. Non può continuare a non vedere, a non parlare e a non sentire. Non può farlo perché la città nei suoi confronti non è stata malevola. Deve avere sempre presente il fatto che gli elettori crotonesi gli hanno consentito di eleggere un sindaco del tutto crudo di politica e di capacità amministrative. La maggioranza di quelli che sono andati a votare non hanno espresso fiducia in Ugo Pugliese, non lo conoscevano, ma hanno votato Sculco. Tenga conto di questo l’ideologo dei DemoKratici e faccia portare in officina la macchina amministrativa senza benzina e con un motore ormai fuso. Un bravo meccanico alla fine riesce a riaccendere anche un motore morto. Se Sculco non fa questo vuol dire che anche lui ha intrapreso la via del tramonto. La storia dice che prima o poi la fine della carriera arriva per tutti, ma a cadere dalle stelle sono prima coloro che fanno fatica a prendere atto della realtà.

 

 

 

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enzo sculcoBasta un anno a un bambino per imparare a camminare. Addirittura un anno potrebbe essere sufficiente per cambiare le sorti di una nazione. Quando si festeggia l’inizio di un nuovo anno si brinda e ci si augura che le cose possano andare meglio rispetto a quanto si è ottenuto nei dodici mesi precedenti. Tra tre mesi si brinda per la fine del primo anno di vita dell’amministrazione comunale di Crotone e dovranno essere prospettate le future azioni da mettere in campo. Il resoconto non sarà facile: l’aeroporto è stato chiuso; si è rischiato di perdere i finanziamenti per l’ampliamento dello stadio; la bonifica è ferma ad un palo; non è iniziata la raccolta differenziata perché l’amministrazione non ha fornito i fondi promessi e le bollette per i cittadini avranno un aumento considerevole (nel 2016 la scarsa percentuale di differenziata farà scattare costi aggiuntivi esorbitanti e sono stati assunti 28 lavoratori in più all’Akrea); per documentazione sbagliata presentata al bando “valorizzazione delle aree di attrazione culturali del Sud” sono evaporati i fondi del progetto denominato "Sistema culturale territoriale Pitagora"; il Comune non ha proprio partecipato al bando per “progetti sperimentali in materia di vita indipendente e inclusione nella società delle persone con disabilità - anno 2016”; c’è una guerra in atto con i sindacati per la vicenda dei dirigenti collocati in ferie forzata e altre decisioni che riguardano la gestione del personale; il rapporto con la Regione non è idilliaco; non è nemmeno buono il rapporto con la Camera di commercio e le associazioni di categoria. Mai nessuno aveva fatto peggio nei primi nove mesi di attività e le critiche vengono avanzate anche dall’interno della maggioranza (denuncia di Leo Pedace). Speriamo che di questo sia consapevole Enzo Sculco, che è l’ideologo di questa amministrazione. Sculco ha scelto il candidato a sindaco (aveva scelto a suo tempo anche Peppino Vallone) e ha elaborato le liste che lo hanno sostenuto. E visto che le cose non vanno per il verso giusto dovrà rispondere ai cittadini per le sue scelte. Non può, in sostanza, fare finta di non avere responsabilità. Tenga conto che il suo sindaco è stato eletto dal 25% degli elettori, il 75% ha votato altro o non è andato a votare (oltre il 50%). Se non si interviene per correggere la rotta, la prossima volta la maggioranza che si è astenuta al voto andrà a votare per esprimersi contro le proposte che verranno fatte da Sculco. La città va amministrata e rispettata, Sculco deve uscire allo scoperto e indicare la strada, altrimenti faccia trarre le conseguenze al sindaco.

 

 

 

 

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fascia sindacoNon è colpa dei cittadini se la classe politica della provincia di Crotone è, in gran parte, scadente. I cittadini sono costretti a scegliere tra le proposte che vengono avanzate. Può anche succedere che va a votare un quarto dell’elettorato, perché la stragrande maggioranza degli elettori non si fida delle proposte che arrivano anche da presunti comitati di affari, che hanno un unico interesse: la gestione dei fondi pubblici. Chi è a capo dei comitati predilige amministratori analfabeti di ritorno, magari con esperienza lavorative basata su piccoli imbrogli. Quando un territorio ha sindaci di questa portata è destinato alla morte certa. E’ capitato di avere a che fare con sindaci semialfabeti che ai tavoli ufficiali prendono impegni e, poi, quando vengono rimproverati da chi li controlla si rimangiano tutto. Capita anche che questi amministratori, parlando con il giornalista fanno confidenze, che il giornalista riprende negli articoli che scrive. Anche il giornalista sbaglia, perché non valuta magari di trovarsi di fronte un ossimoro vivente, che spesso ha dato prova di non sapere leggere le carte e scarsa capacità di comprendere la lingua italiana. Per non sbagliare ci sarebbe bisogno di un interprete per avere la certezza di avere capito bene quello che si intende dire. E, poi, ci si prende anche il lusso di lanciare accuse di ignoranza, facendo però la figura del bue che chiama cornuto l’asino.

 

 

 

 

 

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aeroporto asiniA Crotone volano gli asini e in cielo non si vedono più aerei. Sono “asini” tutti coloro che per la loro testardaggine, o meglio ancora per la loro stoltezza, hanno fatto sì che sulla questione aeroporto si perdesse il tempo, il ranno e il sapone. A loro sembra sia stato concesso lo straordinario dono delle ali: volteggiano infatti con fierezza nell’aere, rincorrendo traiettorie a metà tra il paradosso e l'idiozia. Il futuro dello scalo è adesso poggiato sopra a un filo di ragnatela su cui siedono due elefanti impassibili: Enac e Ryanair. Entrambi dicono di attendere risposte da curatela e Tribunale perché la struttura riapra almeno fino al prossimo 31 dicembre grazie al prolungamento dell’esercizio provvisorio. Nel frattempo Enac dovrebbe procedere all’assegnazione del bando per la gestione totale dello scalo. Se queste due cose non andranno di pari passo, ci vorrà molto più che il prossimo dicembre perché Crotone abbia almeno un aereo di linea. La notizia certa è che, a partire da oggi, l’aeroscalo “Pitagora” ha ufficialmente chiuso i battenti. A spiccare il volo, però, sono intanto una schiera di asini il cui ràglio si propaga attraverso giornali, web, radio e televisioni. E proprio come l’effetto che fa un coro di asini, il loro riverbero vocale produce confusione e disagio. Grazie a politici, amministratori, opinionisti, internauti e semplici cittadini ormai nel cielo di Crotone imperversano stormi di asini. Tra loro ve n’è una schiera che riporta alla mente una celebre favola di Esopo: “Il leone e l’asino”. Giusto per chi non ricordasse la storiella è quella in cui il “re della foresta” propone a un ciuchino vanitoso di essere suo socio in una battuta di caccia, visto che questi si professava con i propri amici come coraggioso e aitante. Avvistato un gruppo di capre in una caverna i due si divisero i compiti: l’asino entrò di corsa nella caverna e iniziò a emettere dei ragli acutissimi che misero le capre in fuga verso l’uscita; mentre il leone era già appostato lì e fece il suo banchetto. L’asino, tutto soddisfatto, ma per nulla partecipe del bottino, se ne tornò fiero a brucare l’erba. Beh, come non può tutto ciò riportare alla mente quegli asini che, ieri come oggi, si sono vantati dei numeri e dei progressi fatti dallo scalo pitagorico e che, invece, hanno portato beneficio solo a grandi compagnie e, in qualche caso, a sé stessi, fregiandosi di piccoli tornaconti personali del tutto paragonabili al classico piatto di lenticchie?

 

 

 

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barbieri pugliese strappoBasta non se ne può più. La campagna elettorale per l'elezione del sindaco di Crotone ha toccato il fondo. I cittadini sono stanchi di assistere quotidianamente alle accuse reciproche che si lanciano i due candidati al ballottaggio su questioni che esulano dall'amministrazione di una città che, ad oggi, ha più problemi che abitanti! Non vogliamo sapere di chi è parente, o se era già stato consigliere, oppure se è stato un ex amministratore chi andrà a sedere in consiglio anche perché, a ben guardare gli "intruppati" del passato, questi esistono in entrambi gli schieramenti. I cittadini hanno il diritto di scegliere parenti o amici di amministratori del passato e sarà poi la storia a dire se la scelta fatta è stata giusta o sbagliata. Così come i cittadini hanno il diritto di dare 1.000 voti di preferenza a chi meglio credere e scegliersi i consiglieri con baffi, gonne o gay. Ai candidati a sindaco, invece, gli elettori chiedono, piuttosto che consumarsi nel dileggio reciproco, di esprimersi sui progetti per amministrare la città e come, contestualmente, intendano affrontare le diverse emergenze di Crotone. Gli elettori si chiedono a tre giorni dal voto perché i due programmi sono alternativi l'un l'altro. E loro, i candidati al ballottaggio, non sono stati in grado di esplicitarlo. Colpa anche di uno scarso livello di comunicazione prodotta in queste due settimane. Una considerazione, però, viene facile. Chi al posto del ragionamento predilige lo scontro, non ha idee da mettere in campo e spera di "uccidere" il proprio avversario politico con le parole. Purtroppo, così facendo, si finisce per uccidere la città e confondere i cittadini che non sanno qual è la scelta giusta da fare. Voliamo tutti alto nella consapevolezza che Crotone ha bisogno di un sindaco illuminato e attrezzato per le nuove sfide.

 

 

 

 

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