BRUXELLES «Nel contesto del naufragio di Cutro, sabato sera tardi uno dei nostri aerei aveva visto un'imbarcazione che andava verso le coste italiane. Utilizzando le nostre camere termiche, abbiamo individuato la presenza di persone sotto coperta e, nonostante non ci fossero segnali di difficoltà, abbiamo dato informazione immediata alle autorità competenti italiane, come sempre il nostro protocollo prevede».
«Nessuno è nato sotto una cattiva stella. Ci sono semmai uomini che guardano male il cielo» (Dalai Lama).
La tanto discussa strada statale 106 dovrebbe risultare una strada europea: la E90. E’ un’arteria che parte dal Portogallo, attraversa la Spagna e giunge in Italia a Mazara del Vallo, in Sicilia.
Sono stati pubblicati nuovi dati che riguardano la filiera del gioco e che denotano come anche per il 2018-2019 il settore del gambling in Italia sia sottoposto a un livello di tassazione elevato, attestato tra il 50% e il 52%. L'anno scorso la percentuale raggiunta aveva raggiunto il 55%, un carico fiscale che rappresenta per l'Erario del nostro Stato una buona opportunità di fare cassa a cui non sarà certo semplice rinunciare, se pensiamo che in Italia la tassazione sul gioco è più alta rispetto a quella sul lavoro, che viaggia sul 43%. Consideriamo poi la differenza tra la tassazione che avviene negli altri Paesi europei, dove la media è pari al 39,6% contro il 50% del dato nazionale, a indicare una distanza netta tra l’Italia e il resto dell’Europa, con Paesi come Francia e Spagna che stanno rapidamente recuperando quote di mercato significative per il gambling. Che cosa significa? L’Italia fino al 2015-2016 viaggiava con un certo anticipo rispetto a questi paesi, fatta eccezione per il Regno Unito, dove il circuito del betting online e dei socialcasino che avevano anticipato il trend europeo con quasi 10 anni di storia alle spalle, senza contare il numero di aziende conosciute in tutto il mondo che operano da lungo tempo in Inghilterra e nel resto della Gran Bretagna. Questo però non ha certo limitato il settore del gioco in Italia, che ha rappresentato per lungo tempo una buona opportunità di profitto, anche in chiave fiscale ed erariale.
Anche in altri Paesi virtuosi, sparsi nel mondo il coefficiente massimo di tassazione raggiunge a tratti il 42-43%, segno che attesta di fatto l’Italia in pole position in questa particolare classifica. Tutto questo avviene mentre il Governo Conte è pronto a dare nuovamente battaglia alla filiera del gioco, con nuovi provvedimenti e levata di scudi posta a limitare l’orario di apertura delle sale slot e VLT, senza contare i provvedimenti che riguardano la possibilità di chiudere o di limitare l’azione di questi esercizi in luoghi sensibili come scuole, uffici, ecc. La lotta alla ludopatia è uno dei provvedimenti che il vicepremier Luigi Di Maio ha più volte affermato, sarà al centro delle soluzioni e della battaglia parlamentare lungo tutto il 2018 e il 2019. Una mossa che ha già incontrato i favori dell’opinione pubblica e le critiche da parte dei responsabili dell’industria del gambling. Bisogna in effetti ricordare come il gioco legato ai casinò online rappresenti per l’Italia una nicchia significativa, ma che non arriva nemmeno al 12% come percentuale, rispetto ai vettori più performanti quali le lotterie istantanee e non e il settore delle scommesse sportive, che è direttamente collegato con la Lega Calcio di serie A. Paradossalmente però il settore di giochi e scommesse continua a essere utilizzato dal Governo come bancomat per reperire denaro fresco. La Manovra ha già disposto che le aliquote per gli apparecchi da intrattenimento salgano dello 0,5%, rispetto a quelle fissate solo pochi mesi fa con il Decreto Dignità. Prendendo a modello le slot ricordiamo che viaggiano ormai in salita al 19,25 della raccolta lo scorso 1° settembre, ora con la legge di Bilancio passeranno al 20,1% dal° 1 maggio 2019, mentre per le Vlt invece a settembre è salita al 6,25% per poi passare al 7,15% nel maggio del prossimo anno. Questo è il quadro della situazione per quanto riguarda l’Italia e il gioco d’azzardo legale.
«Il parere positivo arrivato dalla Commissione europea significa che il Castello Carlo V è pronto a recitare il suo ruolo centrale nella riorganizzazione dell'intero patrimonio storico, artistico e culturale della città di Crotone». Così l'assessore comunale all'Urbanistica Sergio Contarino sui 10 milioni di euro previsti per Castello e museo dall'Ue all'interno del piano "Cultura e sviluppo 2014 – 2020" [LEGGI ARTICOLO]. L'affermazione dell'assessore Contarino fa anche seguito al parere positivo espresso dall'Unione europea sul progetto di riqualificazione del Castello Carlo V proposto dal Comune di Crotone. «Il parere positivo della Commissione europea - informa una nota - è stato espresso dopo la Conferenza dei servizi decisoria che si è tenuta nella Casa comunale che ha visto il parere favorevole, tra l'altro, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Calabria e dopo avere avuto anche il via libera dal ministero dei Beni culturali. Un progetto - commenta Contarino - condiviso dalle massime espressioni istituzionali in materia di beni culturali, che porta alla città di Crotone dieci milioni di euro in un settore come quello della cultura che sicuramente può rappresentare un traino positivo e per il quale l'amministrazione è pienamente impegnata. Questo finanziamento- sottolinea l'assessore - è una occasione che sicuramente la città non intende perdere. Il nostro impegno c'è tutto. La validazione del progetto da parte dell'Unione europea è un motivo di soddisfazione per l'amministrazione ed allo stesso tempo rappresenta non solo per noi, ma per tutta la città, uno stimolo importante a far bene e presto». Il progetto prevede oltre al recupero dei luoghi, anche un programma di conservazione e di valorizzazione del complesso attraverso la realizzazione di una efficace rete di nuovi itinerari e di percorsi attrezzati. La nuova veste del Castello Carlo V è destinata ad essere l'attrattore principale della città con nuove funzioni nel campo della cultura, del turismo ma anche un elemento fondamentale per l'economia cittadina.
I rilievi evidenziati dalla Corte dei conti europea in una relazione che ha preso in esame 5 aeroporti italiani destinatari di finanzaimenti europei tra cui figura anche quello di Crotone.