«Il fronte sanità nel Crotonese - scrivono Tallarico e D'aloi - mostra sempre nuove criticità e serve a poco sdrammatizzare, minimizzare, perché non è così che si risolverà il problema, sempre ammesso che sia ancora risolvibile. La Cisl da anni cerca di rappresentare, a tutti i livelli, la drammatica situazione in cui versa la sanità della provincia di Crotone, sia per quanto concerne l’ospedale “San Giovanni di Dio”, che ci appare ogni giorno di più come un ospedale in via di dismissione, svuotato sempre più di servizi, contenuti e, conseguentemente, di utenti, sia per quanto concerne la medicina territoriale pressoché inesistente per come la intendiamo noi».
«Il nosocomio cittadino - spiegano i dirigenti sindacali Cisl -, unico della provincia di Crotone, dopo essere stato pesantemente ridimensionato e declassato al rango di ospedale di serie B, o “Spoke”, cambia solo il termine, con conseguente taglio di posti letto, riduzione dotazioni organiche, chiusura di ambulatori e servizi, accorpamento e ridimensionamento reparti, da anni deve fare i conti con il dramma della disorganizzazione perché manca, a nostro avviso, un modello organizzativo degno di tale nome. A rimetterci in questo caos organizzativo e gestionale è innanzitutto il personale dipendente che oltre a non vedersi riconosciuti istituti contrattuali “pendenti”, che evitiamo di elencare per non apparire, ancora una volta tautologici, è costretto a turni massacranti, nel totale dispregio del vigente Ccnl e delle norme in materia di sicurezza e tutela della salute sui luoghi di lavoro».
«In occasione della manifestazione di martedi 1 agosto scorso - ricordano Tallarico e D'Aloi -, la Cisl, ha comunicato da subito la piena e convinta adesione, sia categoriale che confederale, all’iniziativa di protesta posta in essere dalla Rappresentanza sindacale unitaria dell’Asp di Crotone, oltre che per condividere i contenuti della lettera aperta, all’epoca inviata dalla quasi totalità dei rappresentanti sindacali, del comparto e della dirigenza, circa le tante problematiche che attanagliano la sanità crotonese. Anche in quell’occasione siamo stati facili profeti, basti leggere le tante dichiarazioni rilasciate alle Tv presenti ed alla stampa. Del resto siamo stati sempre presenti al fianco dei lavoratori del comparto sanità nelle varie lotte sindacali e numerose sono state in tutti questi anni le iniziative poste in essere al fine di ottenere il giusto riconoscimento del ruolo dell’Azienda sanitaria di Crotone, nonché il suo inserimento dignitoso nel progetto di rinnovamento e riorganizzazione della sanità regionale».
«Abbiamo sempre cercato di concentrarci sul merito delle complesse questioni che volevamo amplificare - sottolineano i due dirigenti sindacali Cisl - riguardo ai temi e problemi generali che rischiano di precipitare sino ad un punto di irreversibile non ritorno. Abbiamo sempre cercato di far vedere con la lente d’ingrandimento, anziché con i soliti occhiali vecchi, i tanti problemi che riteniamo si stiano riproponendo con i recenti provvedimenti regionali in tema di riorganizzazione, la cui soluzione diventa ogni giorno più difficile, anche quando vedrà la luce il nuovo Atto aziendale, sul quale è calato il silenzio più assordante, nessun confronto con le Organizzazioni sindacali, con il mondo associativo e, soprattutto con i livelli istituzionali che hanno, ex lege, anche un ruolo specifico in merito attraverso la Conferenza dei sindaci».
«Giudicare l’operato dell’attuale Direzione generale in questo momento sarebbe, da parte nostra - ammettono Tallarico e D'aloi -, presuntuoso quanto ingiusto, non fosse altro perché si è insediata nella nostra Azienda da pochi mesi (circa 6) e non possiamo avere alcun metro di giudizio prima di vedere, sostanzialmente, gli atti organizzativi che porrà in essere. Come Organizzazione sindacale ci hanno insegnato, da sempre, che gli alberi vanno giudicati soprattutto dai frutti. Certo è che un “unicum”, questa Direzione, lo detiene ed è rappresentato dalla circostanza che a distanza di circa 6 mesi non ha mai convocato (prassi consolidata quando ci sono nuovi insediamenti) le Confederazioni sindacali, nè le tante associazioni che operano nel settore, per raccogliere qualche suggerimento sulla politica sanitaria provinciale e sulle visioni che i vari attori sicuramente potrebbero esprimere. Del resto anche dai livelli sindacali aziendali ci giungono notizie che, al di là di un semplice ed unico incontro interlocutorio, nulla si muove sul piano della Contrattazione integrativa decentrata che annaspa e lascia tanti istituti contrattuali inapplicati».
«Rispetto a quest’ultima affermazione - precisano i dirigenti sindacali Cisl - riteniamo che la prima raccolta utile ed importante sarà il nuovo Atto aziendale, strumento di autogoverno che ci dirà quale sarà l’organizzazione dell’Asp di Crotone nel prossimo futuro e quali servizi si riusciranno a erogare sia per le acuzie che sul territorio, ovviamente senza tralasciare il modello organizzativo oggi completamente assente. Certamente il continuo alternarsi di commissari e direttori per periodi brevi, nella nostra Azienda, non ha consentito, da anni a questa parte, una programmazione di medio periodo e d’altra parte non ha consentito a noi di poter addebitare particolari responsabilità. C’è bisogno di conoscere bene la complessa realtà provinciale prima di darsi delle priorità, e poi come ogni malattia, per la nostra sanità malata, bisogna avere innanzitutto una diagnosi certa per poterla curare».
«A nostro avviso - rendono noto Tallarico e D'Aloi -, lo abbiamo anche sostenuto nella Conferenza dei sindaci di giovedì 3 agosto scorso, le istituzioni devono fare di più, è necessario farsi sentire, noi abbiamo chiesto al sindaco della città, al presidente della Provincia di Crotone ed a tutti i sindaci dei Comuni del comprensorio, di offrire il sostegno, la collaborazione e la disponibilità dialettica per condurre, insieme, questa battaglia di civiltà ed onestà intellettuale per il miglioramento dell’offerta dei Servizi sanitari».
«Sulle basi di quanto detto - entrano nel merito i due della Cisl - vorremmo suggerire anche al dottor Mesiti, nella sua qualità (direttore sanitario dell'Asp di Crotone, ndr), di non sottovalutare, sdrammatizzando con le sue dichiarazioni, che “non si tratta di fuga di medici, ma di una scelta consapevole dopo il superamento di un concorso pubblico”, per il semplice motivo che i medici, più di altre figure professionali, dirigenti e non, hanno questa opportunità di poter più facilmente decidere di “approdare ad altri lidi”, anche attraverso la partecipazione ad altri concorsi espletati da Aziende vicine alla propria residenza, ma non sempre e non solo si limitano a queste le motivazioni. Tanti altri professionisti del comparto e della dirigenza, ci consenta - precisano ancora Tallarico e D'aloi -, sceglierebbero di andar via se ne avessero le possibilità e le ragioni stanno tutte nella breve descrizione che abbiamo cercato di rappresentare».
«È di vitale importanza - auspicano i dirigenti Cisl - un’organizzazione del lavoro che si svolga in un ambiente dove la serenità lavorativa passi dalla giusta gratificazione professionale del personale, perché anche di questo hanno bisogno i tanti professionisti della sanità, dirigenza medica e Pta, personale del comparto, infermieri, oss, amministrativi, tecnici ecc.., e la provincia di Crotone non può permettersi il lusso di restare a guardare che la sua più grande Azienda, con relativo indotto, possa perdere pezzi perché essa è parte integrante e fondamentale per il futuro sviluppo del territorio e della relativa economia connessa e correlata».
«Noi oggi vogliamo sperare - concludono Tallarico e D'Aloi - che insieme alle istituzioni ed al mondo associativo della provincia di Crotone, ci sia il sostegno e la guida di una rinnovata forza politica, affinché si possa esprimere, congiuntamente, una unità di intenti per la qualificazione del territorio e per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini dell’intera provincia».