Secondo gli inquirenti, l'altro avvocato indagato, il crotonese Ottavio Tesoriere si era rivolto al collega Ioppoli per far superare l'esame di abilitazione alla professione forense ad una aspirante avvocato (anche lei indagata per abuso d'ufficio e falso ideologico) in quanto Ioppoli era vicepresidente di una commissione esaminatrice.
«Il nome dell'avvocato Vincenzo Ioppoli è stato accostato del tutto impropriamente a reati di criminalita' organizzata», scrive in una nota stampa l'avvocato Francesco Verri, difensore di Ioppoli. «La verità è ben altra: la Procura della Repubblica di Catanzaro ipotizza soltanto reati comuni, e cioè un abuso d'ufficio e un falso perché l'avvocato Ioppoli avrebbe ricevuto una segnalazione, da parte di un avvocato, quando era commissario agli esami per l'abilitazione alla professione forense. Dunque, la Procura non formula alcuna accusa per reati di mafia né contesta aggravanti di mafia. Né poteva essere diversamente considerati l'altissimo profilo e la storia dell'avvocato Ioppoli». L'avvocato Verri sottolinea che «le ambigue notizie apparse subito su alcuni giornali on line lasciano del tutto erroneamente supporre il contrario attraverso l'accostamento di fatti ordinari con un'operazione contro la 'ndrangheta che non ha nulla a che vedere con l'esame d'avvocato contestato. L'avvocato Ioppoli esprime tutto il suo sdegno per l'accaduto e io provo lo stesso sentimento e lo esprimo con altrettanta forza».