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Uccisa per gelosia: la confessione dell'ex marito di Vincenzina Ribecco ai carabinieri

Posted On Mercoledì, 09 Marzo 2022 21:52 Scritto da

La gelosia per una presunta nuova relazione dell’ex moglie e il disperato tentativo di convincerla a ritornare sui suoi passi proprio nella ricorrenza dell’8 marzo, mentre sui media si rincorrono gli appelli a desistere dagli atteggiamenti violenti. Di contro, la reazione verbale tutt’altro che accomodante della donna, ormai decisa a non tornare più indietro.

 

Lui che resta comunque alla porta e vuole fare ingresso nell’abitazione, ma trova la via sbarrata. Parte così un colpo da quella pistola che l’uomo ha portato sinistramente con sé e che, a conti fatti, non poteva che portare a un tragico epilogo.

È questa la ricostruzione fornita da Alfonso Diletto, 69 anni, del dramma consumatori nel tardo pomeriggio di ieri nell’abitazione di Vincenza Ribecco, 60 anni, trovata morta dal figlio e dai sanitari del 118 con un buco d’arma da fuoco nel petto.  

Erano le ore 18.30 circa dello scorso 8 marzo, quando i Carabinieri della Stazione di Cutro (affiancati dalla sezione operativa del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Crotone, nonché dal personale del Nucleo investigativo del reparto operativo) si sono recati nella frazione “San Leonardo” di Cutro, dove, poco prima, il personale del “118” era intervenuto presso l’abitazione di Vincenzina su segnalazione del figlio, 26enne.

L’hanno trovata esanime al suolo nella stanza adibita a cucina e soggiorno, non distante dalla porta d’ingresso. Appena giunti sul posto, i militari hanno constatato la presenza di numerose persone sulla scena del crimine che, pur risultando così parzialmente compromessa, ha comunque ha fornito chiari riscontri circa le modalità omicidiarie adottate dall’ignoto autore, fino a quel momento, ma che sicuramente aveva esploso, a breve distanza dalla porta-finestra d’ingresso in vetro, un colpo d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima, attingendola mortalmente al petto.

aDeterminanti per la prosecuzione e il successivo rapido buon esito delle indagini sono risultate le dichiarazioni a sommarie informazioni del medico di base della vittima, nonché dei parenti cutresi della stessa, dalle quali è emerso che, nonostante l’assenza di eventuali denunce per lesioni, maltrattamenti in famiglia, atti persecutori o altri cosiddetti “reati spia”, la donna stava vivendo un momento d’ansia dovuto alle pressioni, mai violente, effettuate dall’ex marito per rivalutare la loro situazione e vagliare la possibilità di tornare assieme.

Nel frangente anche i Carabinieri di Cadelbosco di Sopra (RE) e Suzzara (MN), hanno rispettivamente interrogato la sorella e il fratello di Alfonso Diletto, acclarando la possibilità concreta che lo stesso, nel pomeriggio, a seguito di un diverbio verificatosi con l’ex moglie, potesse essere l’autore dell’evento delittuoso per il quale si stava indagando.

La tragica circostanza è stata infine avvalorata dalle spontanee dichiarazioni rese dal fermato alla Polizia giudiziaria a notte profonda (erano le ore 2 del mattino successivo), quando, pur non confessando la premeditazione del gesto, ha comunque affermato di essersi recato lo scorso pomeriggio presso la dimora dell’ex moglie per dialogare, venendo aggredito verbalmente dalla donna e, nel tentativo di far ingresso nella sua abitazione, aveva esploso accidentalmente un colpo d’arma da fuoco con una pistola.

Alfonso ha anche dichiarato di essersi successivamente disfatto dell’arma, gettandola in una zona rurale particolarmente impervia e scoscesa, ubicata tra “San Leonardo” e il centro di Cutro. Questo ha contribuito a far rinvenire e recuperare l’arma poche ore dopo la sua fattiva collaborazione. L’uomo ha indicato quale movente del suo disperato gesto la gelosia dovuta a una possibile relazione della vittima con un altro uomo, non riscontrata nel corso delle indagini.

Al termine delle formalità di rito, nelle prime ore della mattinata odierna, il 69enne è stato sottoposto al provvedimento di fermo d’indiziato di delitto d’iniziativa da parte della Polizia giudiziaria operante per “omicidio aggravato dalla premeditazione”, “porto illegale di arma comune da sparo clandestina”, “detenzione illegale di munizionamento” e “ricettazione”, venendo condotto presso la Casa circondariale di Crotone e messo a disposizione della competente autorità giudiziaria, mentre la pistola rinvenuta è stata sequestrata e sarà inviata al Ris di Messina per l’espletamento degli opportuni accertamenti balistici, volti alla comparazione della stessa con un bossolo calibro 7,65 trovato nel corso del sopralluogo, nelle immediate adiacenze dell’ingresso della casa della malcapitata.