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La strategia di Cgil per rivedere i rapporti con Eni: bonifica, estrazioni e rinnovo convenzione

Posted On Venerdì, 20 Novembre 2015 19:20 Scritto da

bonificaCgil, Fiom e Filctem di Crotone ha siglato un lungo documento programmatico in cui suggeriscono un percorso da avviare sulla "Vertenza Eni". Partendo dalla bonifica, il sindacato chiede di riaprire e programmare la discussione con Eni anche sull'attività estrattiva (idrocarburi e salgemma) operata nel Crotonese, senza tralasciare il confronto col ministero dell'Ambiente per lo sblocco del risarcimento versatogli da Eni e destinato a Crotone.

 

«Eni incrementi investimenti produttivi nel Crotonese».
«Premesso che - scrivono Cgil, Fiom e Filctem di Crotone - a parere della Cgil è necessario e strategico un forte e rinnovato impegno economico e di investimenti da parte di Eni nel Paese e nell'area crotonese in particolare; nell'ambito del Piano industriale e/o strategico del Gruppo l'auspicata e rinnovata attenzione al nostro territorio per la Cgil si deve tradurre in investimenti per consolidare i siti produttivi esistenti e per sviluppare altre attività produttive sostenibili, compatibili e innovative puntando sull'enorme potenzialità che offre il territorio in termini di know-how, di risorse energetiche e di competenze e professionalità maturate. In particolare - scrivono le tre sigle - sulle principali problematiche oggetto di confronto e prese di posizione che in quest'ultimo periodo si susseguono, appare opportuno evidenziare di seguito le nostre richieste e il nostro punto di vista».

 

Revisione del progetto di bonifica.
Cgil, Fiom e Filctem di Crotone quindi focalizzano in punti schematici la loro revisione del risanamento ambientale di Crotone. «Sul progetto di intervento ambientale - comincia a elencare la nota - presentato da Syndial Spa-Gruppo Eni e approvato dalla Conferenza di servizi decisoria (luglio 2009), in cui il ministero dell'Ambiente ha autorizzato l'avvio di alcune azioni sul Sin di Crotone-Cassano-Cerchiara, la Cgil è assolutamente contraria sulla parte che indica l'utilizzo di pratiche sperimentali per la decontaminazioni del suolo e sottosuolo e in genere delle matrici ambientali che non hanno allo stato una comprovata utilità. Inoltre, sul tema legato alle discariche di rifiuti speciali e pericolosi che costeggiano la strada consortile (Armerina e Farina Trappeto) riteniamo indispensabile, da subito, la rimozione totale delle migliaia di tonnellate di rifiuti presenti con il conseguente conferimento in discarica autorizzata. Appare pertanto indispensabile - aggiunge il sidnacato - richiedere, al ministero competente e all'Eni (Syndial), una revisione e conseguente modifica del progetto con l'obiettivo di garantire la realizzazione di un intervento di "Bonifica integrale" del Sito, in grado di restituire integro il territorio interessato alla comunità, al fine di destinare le aree a nuove attività produttive sempre più compatibili ed ecosostenibili, ad alto valore tecnologico, anche coinvolgendo in nuove attività la stessa Eni».

 

Riconsiderare l'estrazione del salgemma a Belvedere.
Cgil, Fiom e Filctem di Crotone estendono poi la revisione dei rapporti con Eni estendendo la discussione a tutti gli stabilimenti che possiede sul territorio. «Avvio di un confronto tempestivo, serio, funzionale - richiamano i sindacati - con Syndial Spa, sul futuro delle aree dove insistono due siti - oramai dismessi - di grande valore ed interesse per le comunità: la Miniera di salgemma nel Comune di Belvedere Spinello e lo stabilimento di produzione di cloruro di sodio nel Comune di Cirò Marina, ambedue di proprietà di Syndial Spa».

 

Riaprire discussione su rinnovo convenzione col comune.
Quindi Cgil, Fiom e Filctem di Crotone passano a parlare della convenzione Eni su cui il Comune ha steso un braccio di ferro col cane a sei zampe. «Necessaria appare - invitano le tre sigle - altresì la ripresa immediata delle trattative sulla "Convenzione Eni" per contrattare risorse aggiuntive alle Royalties, da destinare al contrasto e rimedio al fenomeno dell'erosione delle coste e a quello della subsidenza; nonché al monitoraggio continuo degli eventuali riflessi derivanti dalla pluridecennale attività di estrazione off-shore dal fondale dello specchio d'acqua prospiciente le coste del crotonese. In questo contesto elaborare un progetto che possa dare risposte al territorio anche sul terreno delle opportunità occupazionali, anche di studio-lavoro, promuovendo sinergie tra territorio, Università ed Eni per dare avvio - partecipandovi - ad un "Centro di Ricerca e Formazione", a carattere innovativo e sperimentale, e con finalità preventive, specializzato nello studio dei fenomeni relativi ai riflessi causati dalla intensa estrazione (gas e salgemma), e che, sul fronte formativo, dia vita ad una vera e propria scuola di formazione, indirizzata, da una parte, alla formazione interna al gruppo Eni, per specializzare i dipendenti sulle attività che attengono alla ricerca e alla produzione di idrocarburi, e sul fronte esterno ad una platea di periti e laureati provenienti dagli istituti e università della Calabria». Secondo il sindacato per aprire tutti questi fronti con Eni e monitorarne gli sviluppi è logico aprire un tavolo esecutivo nazionale. «Apertura formale - chiedono quindi Cgil, Fiom e Filctem di Crotone - di un tavolo con l'esecutivo nazionale (in particolare con i dicasteri interessati dell'Ambiente, del Tesoro e dello Sviluppo economico), le Autonomie locali, l'Eni, per definire un percorso condiviso e un crono-programma, al fine di avere/assumere impegni certi sui tempi e modalità della "Bonifica Integrale" delle aree destinate al riuso».

 

Sblocco dei 56 milioni di euro del risarcimento Eni.
Quindi il sindacato chiede lo sblocco immediato del risarcimento Eni fermo nelle casse del ministero dell'Ambiente. «Immediata funzionalizzazione delle procedure – chiede Cgil - e sblocco delle risorse in seno al ministero dell'Ambiente (che ad oggi si aggirano intorno a 70/80 milioni euro, di cui 56 milioni derivanti dalla sentenza per risarcimento danno ambientale ) a favore dello sviluppo del territorio crotonese, attraverso la stesura di un nuovo accordo di programma quadro (nel quale far confluire ulteriori risorse individuabili nell'ambito della nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020), strumento utile a favorire da una parte l'immediata disponibilità delle risorse economiche, dall'altra iter autorizzativi e burocratici più snelli e veloci».