«Denunciamo – incalzano i dipendenti Corap – una fusione maldestra avvenuta nel 2016, adesso la politica intervenga subito spostando i dipendenti e le funzioni in altri enti regionali». Nel concludere il loro messaggio i lavoratori preannunciano di essere pronti «ad azioni eclatanti».
Le sigle sindacali avevano dichiarato lo stato d’agitazione per tutti i lavoratori del Corap lo scorso 20 maggio in seguito all’audizione avuta in commissione Vigilanza del commissario straordinario dell’Ente, Renato Bellofiore e del Revisore dei conti, Sergio Tempo sulla situazione del Corap.
Secondo quanto appreso dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Oggi il Consorzio avrebbe una massa passiva accertata dalla procedura di Liquidazione coatta amministrativa pari a 52.036.988 di euro al 29 ottobre 2020, di cui «15.161.850 di euro sono costituiti da crediti privilegiati vantati dagli aventi diritto, mentre fuori da questo conteggio si registrano ulteriori 32.000.000 di euro circa di opposizioni allo stato passivo ed altre insinuazioni tardive che la procedura non ha fatto in tempo ad esaminare. L’Ente, inoltre – riferiscono i sindacati –, non è in regola con i versamenti contributivi dei dipendenti per un importo pari a circa 3.000.000 di euro con conseguente impossibilità a incassare le somme dovute da Enti e grossi committenti, perdendo quindi la possibilità di incassare la maggior parte dei proventi proveniente dai servizi di depurazione. Per finire, vanno considerati inoltre i 7.053.134 di euro relativi ad atti esecutivi e i 6.320.500 di euro concernenti i pignoramenti, come si evince dai dati risultanti nel portale della procedura di Lca e forniti dall’attuale Commissario a seguito di istanza di accesso agli atti».