È quanto scritto in una nota a firma di Fabio Tomaino, segretario generale Uil Crotone, e di Vincenzo Celi, segretario generale Uiltec Calabria.
«Ci saremmo aspettati un cambio di passo da parte dei soci del consorzio – scrivono i due sindacalisti Uil – di fronte all’ennesima gestione fallimentare e irresponsabile della cosa pubblica, auspicando un segnale in controtendenza rispetto alle solite logiche di tutela dell’interesse individuale, che andasse nella direzione, quantomeno, di mettere in discussione chi si è reso protagonista, o perlomeno ha contribuito negativamente ad un così plateale fallimento. Ed invece, ancora una volta, assistiamo ad un attendismo ingiustificato, ingiustificabile, ma soprattutto incomprensibile», stigmatizzano Tomaino e Celi.
«Ci chiediamo, infatti, cosa si stia attendendo – incalzano i dirigenti Uil – a dare un segnale all’ormai cronico contenzioso tra Sorical e Congesi. Sia chiaro, non ne siamo sorpresi. Lo siamo stati molto di più nella fase in cui, anche come Uil e Uiltec, con forte senso di responsabilità, abbiamo cercato di mettere “allo stesso tavolo” parti “distanti”, con l’obiettivo di porre al centro le due questioni che, su un piano certamente significativo, dovevano essere sovraordinate rispetto a qualsivoglia “partita di parte”: lavoratori e servizio».
«Speravamo che l’esperienza Soakro – commentano Tomaino e Celi – avesse potuto insegnare qualcosa e invece i lavoratori, unica risorsa produttiva del Consorzio, vengono improvvisamente messi in discussione tanto da una condotta del cda Congesi quanto dai Soci che hanno avallato e condiviso azioni e politiche gestionali del tutto irresponsabili. E non solo. Ci chiediamo, quale sarà il prezzo che si rischia di pagare in termini di potenziali investimenti sulla rete, quasi un colabrodo, e sugli impianti, da parte dell’ente di governo Arrical che si appresta a varare il rinnovo del Piano d’ambito? Cosa ne sarà della gestione del servizio se ancora una volta i lavoratori rischiano di pagare il prezzo di un altro beffardo destino di cui non hanno alcuna responsabilità? Cosa ne sarà del destino dei lavoratori se il Tribunale dovesse sentenziare la fine di Congesi? Cosa garantiranno i sindaci che si sono sempre professati attenti prioritariamente alla tutela occupazionale?», si interrogano i due sindaclisti Uil.
«Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso – prosegue la nota –. Nel frattempo i sindaci, proprietari del Congesi diano un segnale forte e concreto. Vadano oltre le, seppur legittime, posizioni di parte e battano un colpo almeno sulla tutela dei lavoratori. E per dare un segnale ancora più significativo, facciano ciò che si sarebbe dovuto fare da tempo: sollevino dall’incarico il Consiglio d’amministrazione del Congesi», auspicano Tomaino e Celi.
«Non si trincerino dietro ad un parere pro veritate – sollecitano i due sindacalisti – il cui unico “merito” è stato quello di evidenziare il mancato senso di responsabilità sulla gestione Congesi. Non sarebbe, quella di rimozione dall’incarico del cda, soluzione sufficiente a dare risposte compiute alla mala gestio di tanti anni, ma aiuterebbe ad evitare che si continui a millantare certezze non certe e ad acuire i danni nella conduzione dell’ente».
«Siamo pronti a mettere in campo – rendono noto Tomaino e Celi – qualsiasi strumento, insieme ai lavoratori. Nel frattempo continuiamo ad adoperarci, in sede regionale, attraverso l’importante interlocuzione con Arrical e Sorical, affinchè con responsabilità si possano individuare soluzioni per la tutela e la salvaguardia dei lavoratori e del loro know-how», concludono i dirigenti Uil.