«È stato un incontro positivo, foriero di buone prospettive per la città di Crotone». Lo ha detto l'assessore alla Cultura Nicola Corigliano a margine dell'incontro che ha avuto ieri a Roma con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Incontro che era stato richiesto nei giorni scorsi per portare all'attenzione del ministro le determinazioni della città di Crotone rispetto alla unione dei parchi archeologici di Sibari e Crotone.
«L’Associazione che rappresento ha scelto di porsi al servizio dei professionisti che si occupano della Crisi d’Impresa. Questa mission può raggiungere i risultati auspicati solo se l’esperienza che sgorga da questa comunione di intenti viene, poi, trasferita all’utilizzatore finale: le aziende in crisi». È quanto scrive Giuseppe Donnici in qualità di presidente dell’Associazione dei liquidatori giudiziari della provincia di Crotone.
«I dipendenti della Camera di commercio di Crotone - informa una nota -, si sono riuniti in assemblea, alla luce della sospensiva disposta dal Consiglio di Stato dello scorso 27 ottobre, con la quale si accoglie il ricorso presentato dalle Camere di commercio di Crotone e Vibo Valentia, nonché dalle associazioni di categoria dei due territori, in merito alle procedure per la costituzione del nuovo consiglio della nascente Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. La sospensiva - spiega la nota - introduce di fatto, nuovi elementi con i quali i tre Enti camerali devono confrontarsi nel processo di accorpamento in corso, senza dimenticare i mutamenti in atto imposti dalla riforma camerale nazionale. Nel rispetto delle decisioni assunte dall’Amministrazione, il personale - entra nel merito la nota - manifesta forti preoccupazioni, ritenendo che l’interruzione dei termini della procedura di accorpamento possa far sorgere serie difficoltà nella gestione dell’Ente crotonese, in considerazione delle condizioni economico-finanziarie attuali che potrebbero non garantire il futuro dei dipendenti. Inoltre - riferiscono i dipendenti e i sindacati - l’Amministrazione vuole disporre una convocazione di giunta camerale che tra i punti all’ordine del giorno avrà la decisione di avviare un ennesimo e nuovo ricorso avverso il decreto regionale di attribuzione dei seggi, senza considerare che, allo stato, il decreto sarebbe travolto dalla sospensiva accolta dal Consiglio di Stato e che, probabilmente, tale ricorso sarebbe di pertinenza esclusiva delle associazioni di categoria. I dipendenti della Camera di commercio di Crotone, unitamente alle organizzazioni sindacali categoriali e confederali di Cgil, Cisl e Uil, auspicano un immediato confronto con gli organi al fine di delineare ogni aspetto dell’azione intrapresa affinché la stessa possa sostenere la difesa dell’autonomia territoriale, la peculiarità delle singole aree, il mantenimento della sede territoriale, senza mettere a rischio la stabilità dei dipendenti».
«Il presidente dell’Ente camerale crotonese Alfio Pugliese - informa una nota - esprime soddisfazione dopo la notizia giunta dal Consiglio di Stato che, nella seduta di ieri 27 ottobre, ha accolto il ricorso presentato dalle Camere di commercio di Crotone e Vibo nonché dalle associazioni di categoria dei due territori, in merito alla richiesta di sospensiva delle procedure per la costituzione del nuovo Consiglio della nascente Camera di commercio di Catanzaro Crotone e Vibo Valentia. Manifestiamo soddisfazione - ribadisce Pugliese - alla notizia dell’accoglimento del ricorso presentato con il supporto dell’avvocato Valerio Zimatore, che ben ha saputo rappresentare le nostre istanze, poi accolte dal Consiglio di Stato. La sospensione della procedura di accorpamento indica che sono state ritenute valide e fondate le nostre ragioni e quelle delle associazioni di categoria – sono sempre le parole del presidente Pugliese – ossia la necessità di attuare procedure rispettose dei territori rappresentati da ciascun soggetto istituzionale coinvolto nella costituzione del nuovo ente, a difesa delle autonomie territoriali nonché delle peculiarità delle singole aree. Adesso occorrerà collaborare con le altre camere per stabilire un’adeguata rappresentanza nel nascente soggetto camerale, finalizzata al mantenimento delle sedi territoriali, della qualità dei servizi erogati e dei livelli occupazionali. L’idea che ci ha mossi a perseguire l’accorpamento - spiega Pugliese -, precorrendo la riforma del sistema camerale che obbliga alla riduzione del numero degli enti, è quella di realizzare un unico soggetto istituzionale che ragioni in termini di area vasta, elaborando e implementando una politica equilibrata capace di avere impatti positivi su tutte e tre le province, a partire dalla valorizzazione delle caratteristiche distintive dei singoli sistemi economici. Si tratta di una battaglia condotta al fine di perseguire uno sviluppo sociale ed economico che sia rispettoso delle singole realtà e sostenibile nel tempo. In un periodo di grande di sconforto storico in cui il territorio di Crotone assiste allo smembramento istituzionale ed all’impoverimento del tessuto socioeconomico, la battaglia portata avanti per preservare un ente importante quale la Camera di commercio ha dato i suoi frutti – conclude il presidente – la presenza dell’Ente camerale in provincia di Crotone rappresenta un baluardo a sostegno di tutta quella parte di cittadinanza e di imprese che continuano a credere nella rinascita e nello sviluppo, di tutti coloro i quali hanno voglia di fare e di impegnarsi per lasciare ai propri figli un territorio migliore. E’ da qui che, finalmente, dobbiamo ripartire, da questo segnale positivo che ci consente ancora di programmare il futuro di questa provincia. Ecco perché nella prossima settimana sarà convocata, presso Unioncamere Calabria, una conferenza stampa che vedrà la presenza del sottoscritto in qualità di presidente dell’Ente camerale di Crotone, del presidente della Camera di commercio di Vibo Valentia, dell’avvocato Valerio Zimatore e delle associazioni di categoria crotonesi e vibonesi, per illustrare il significato di questa importante ordinanza del Consiglio di Stato e, nello specifico, i prossimi passi da compiere».
Le tre Camere di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia torneranno ad essere un solo Ente denominato "Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia". La notizia, è scritto in un comunicato, si colloca nel quadro di riforme della Pubblica amministrazione e nello specifico del Sistema camerale italiano voluto dal Governo Renzi. A sancire l'ufficialità della notizia la pubblicazione del decreto di unificazione sulla Gazzetta Ufficiale del 6 agosto a firma del ministro dello Sviluppo economico Federica Guida. A darne notizia le tre Camere consorelle calabresi interessate, presiedute rispettivamente da Paolo Abramo, Alfio Pugliese e Michele Lico. Il panorama del sistema camerale regionale torna, dunque, quello precedente ai primi anni Novanta, in cui venivano istituite le nuove Province di Crotone e Vibo Valentia e gli Enti camerali preposti allo sviluppo economico territoriale. "La Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia - per come si legge nel testo del Decreto - ha proposto di fissare la sede legale della nuova camera di commercio in Catanzaro e sedi secondarie in Crotone e in Vibo Valentia". Sempre nel testo del decreto si legge che "per le camere di commercio interessate dall'accorpamento le eventuali procedure di rinnovo dei rispettivi Consigli sono interrotte a decorrere dalla data del presente decreto o comunque non sono avviate dopo tale data". Per gestire le procedure e adottare gli atti necessari per la costituzione del consiglio della nuova "Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia" è stata stabilita la necessità di nominare un commissario ad acta, dotato di specifica competenza ed esperienza, individuato nella persona di Maurizio Ferrara, attuale segretario generale della Camera di commercio di Catanzaro, nonché segretario generale di Unioncamere Calabria.
I dipendenti del Consorzio per lo sviluppo industriale di Crotone hanno inviato nei giorni scorsi una missiva al presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio, al fine di ottenere un incontro durante il quale esprimere tutte le perplessità maturate rispetto all'attuazione del progetto di riforma proposto con la Legge regionale numero 24 del 2013 che prevede, fra l'altro, un commissario per lo scioglimento e la liquidazione delle cinque Asi calabresi e il loro accorpamento in un unico consorzio regionale, denominato Corap. «In data 9 luglio 2015 - è scritto nella missiva - i dipendenti dei Consorzi industriali calabresi, preoccupati rispetto all’evolversi del processo di riforma avviato già dalla Legge n. 24/ 2013, che dovrebbe concludersi entro il 31 luglio 2015, con un decreto del presidente della giunta Regionale che provvederà all’istituzione del Corap, si sono riuniti in assemblea presso il Centro agro alimentare di Lamezia Terme per verificare l’avanzamento delle attività relative al citato processo di accorpamento. Dal confronto - riferisce la lettera - è emersa l’incertezza sul futuro del costituendo Corap e tutti i riflessi negativi che verrebbero, in ultima istanza, a determinarsi a carico del personale dipendente degli enti che al momento non vedono nessuna certezza rispetto alla vita futura degli stessi. La pletorica affermazione circa il mantenimento dei livelli attuali di occupazione contenuta nella legge non è bastevole rispetto, invece, alla mancanza di: informazione circa l’indicazione delle risorse che saranno necessarie per avviare e sostenere il nuovo Ente; reale conoscenza dei flussi di cassa del nuovo Ente al fine di valutarne la sostenibilità ed il fabbisogno finanziario; definizione di un piano industriale capace di definire missione ed obiettivi del Corap; indicazione del ruolo che il Corap avrà nella destinazione delle risorse comunitarie rinvenienti dal nuovo quadro comunitario di sostegno. Il commissario straordinario - chiosa la missiva - nominato dalla Regione Calabria in questi ultimi mesi ha provveduto a sviluppare un'ipotesi di riforma che non si comprende fino in fondo per mancanza di informazione, notizie ed aggiornamenti che i dipendenti fino ad oggi non hanno assolutamente ricevuto. Infatti, da un modello privatistico e di mercato delle Asi calabresi, conclamato con la legge n. 38/2001 (tutt’ora in vigore e che ha consentito alle Asi fino ad oggi di non gravare sul bilancio regionale), le stesse dovrebbero essere riformate ed accorpate in un soggetto nuovo, appunto il Corap, totalmente pubblico perché partecipato dalla sola Regione Calabria che, tuttavia, pare non abbia previsto alcuna risorsa economica e finanziaria a tal riguardo, sempre per la mancanza di informazione. Questo modello - commentano i dipendenti - di superamento della governance attuale dei consorzi, oltre ad essere in netto contrasto con le finalità proprie ispiratrici delle iniziative di riforma portate avanti complessivamente dalla legge n. 24/2013 nata – si rammenta sulla necessita della spending rewiew -, se mantenuto, non solo finirà col non apportare alcun beneficio al settore, per quanto, finirà col creare nuovi e maggiori problemi agli agglomerati industriali ed a tutte le maestranze ivi impegnate con oneri di gestione a carico dell’unico socio, Regione Calabria. La predetta riforma - stigmatizzano i dipendenti - vorrebbe essere portata avanti attraverso la sommatoria delle attività e delle passività dei 5 consorzi calabresi, mediante l’attivazione di un processo di accorpamento che non prevede espressamente la liquidazione degli stessi ma la cancellazione di 4 enti consortili e la prosecuzione del quinto Ente che ingloba gli altri. Anche quest’ultimo aspetto potrebbe risultare letale per il nuovo ente in considerazione delle enormi conseguenze finanziarie e patrimoniali in quanto il complesso passivo patrimoniale si tradurrebbe in una somma algebrica dei passivi patrimoniali delle singole Asi, condizionando negativamente, fin dal suo nascere, lo stesso Corap in maniera negativa ed irreversibile. Per tutte queste perplessità e timori, esimio presidente, ci rivolgiamo a Lei perché ci possa concedere in tempi brevi, in considerazione dell’incombenza delle scadenze già programmate, un incontro a cui parteciperà una delegazione formata da rappresentanze di lavori dei cinque consorzi calabresi al fine di esporre più compiutamente quanto sopra solo accennato».