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Lunedì, 09 Settembre 2024

PRIMO PIANO NEWS

CROTONE «L'ipotetica procedura di cessione del ramo di azienda per l'Abramo customer care si è conclusa con nulla di fatto in quanto Tim, impegnata in azioni di delocalizzazione, non è disposta a cedere nessun contratto». Si è conclusa così la riunione tra i commissari di Abramo customer care e le segreterie nazionali di categoria che riferiscono sui contenuti dell'incontro odierno avuto a Roma.

 

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ROMA Sette Regioni inadempienti su 21 rispetto all’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea): è il bilancio del Monitoraggio dei Lea su dati 2021 (gli ultimi disponibili) pubblicato dal ministero della Salute. Sono promosse, rispetto al complesso degli 88 indicatori di cui 22 “core” e 66 “no core”, Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata.

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«I 20 milioni di euro – si legge in una nota –, riconosciuti al Comune di Crotone dal ministero dell'Interno di concerto con il ministero dell'Economia e delle finanze e del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile che prevede il finanziamento da destinare ad investimenti in progetti di rigenerazione urbana, sono frutto di una programmazione specifica per una serie di interventi che interesseranno numerosi di quartieri della città con particolare attenzione a quelli più periferici».

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«Si è tenuto ieri, 14 maggio, il primo appuntamento on line del tavolo di crisi convocato dal Mise sulla vicenda Abramo customer care». Lo comunica la deputata pentastellata Elisabetta Barbuto che ha assistito, unitamente alla collega Anna Laura Orrico ed all'avvocato Giuseppe Donnici, ai lavori protrattisi per circa due ore e diretti dal prof. Stefano D'Addona, capogabinetto del viceministro Alessandra Todde (assente per sopravvenuti impegni istituzionali) «ma non per questo meno interessata – sottolinea la nota – alla vertenza per seguire la quale ha fortemente voluto il tavolo, pur in assenza di poteri decisionali da parte del Ministero in questa fase di esclusiva competenza del Tribunale di Roma n merito al piano concordatario presentato dall'azienda».

Al tavolo, oltre i delegati della proprietà, hanno partecipato il ministero del Lavoro, nella persona del direttore Romolo De Camillis, tutte le sigle sindacali, nonché il Comune di Crotone, la Regione Sicilia e la Regione Lazio. «Era, invece, assente, benché regolarmente convocata, la Regione Calabria – fa sapere la deputata Barbuto –,  e questo mi dispiace molto perché proprio in Calabria, la Abramo annovera il numero maggiore di lavoratori e sono costretta a leggere questa assenza come un segnale di disattenzione per la vicenda che merita, invece, una maggiore coesione tra tutti i rappresentanti istituzionali a tutela dell'occupazione in un territorio come il nostro già fortemente piagato da una disoccupazione endemica».

«Nel corso dell'incontro – riferisce Barbuto – ogni partecipante ha espresso le istanze della parte rappresentata e si è convenuto sulla importanza di proseguire questo tavolo che avrà funzione di monitoraggio dell'evoluzione della vicenda in tutte le sue sfaccettature. Spiace dover constatare che i rappresentanti dell'azienda non abbiano inteso rilasciare dichiarazioni ed informazioni ulteriori rispetto a quanto già si conoscesse rimettendosi alle decisioni del Tribunale sul trasferimento del ramo d'azienda in merito al quale, tuttavia, i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro hanno espressamente confermato l'intenzione di mettere in campo, a momento debito, gli strumenti giuridici più appropriati a tutela dell'intero perimetro occupazionale».

«Si tratta solo di un primo appuntamento – ha concluso la deputata Barbuto –. Non consentiremo che sulla vicenda cali il silenzio ed il disinteresse e seguiremo l'evoluzione della vicenda, come già stiamo facendo, anche mettendo in campo le necessarie competenze, tecniche e giuridiche, per tutelare i lavoratori unitamente alle associazioni sindacali».  

 

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«È di queste ore la richiesta di un parere al ministero degli Affari regionali da parte del facente funzioni della Provincia di Crotone, il tutto scaturisce dall'approvazione del decreto milleproroghe, che contempla tra l'altro il diritto al voto per le province dove vi è un numero di votanti superiore al 50%». Così Sergio Torromino, in qualità di coordinatore provinciale Forza Italia Crotone.

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prefettura lettera delucaSeri dubbi sulla non incompatibilità dell’assessore all’Urbanistica, Rori De Luca. Ieri il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, ha diffuso un comunicato con il quale annuncia che la risposta data dal ministero dell’Interno, tramite la Prefettura di Crotone, al quesito sulla incompatibilità di De Luca per lite pendente, toglieva ogni dubbio sulla legittimità della nomina. Secondo Pugliese l’assessore De Luca poteva tranquillamente svolgere il ruolo di amministratore al Comune di Crotone. A porre dubbi sull’interpretazione di Pugliese è proprio il prefetto di Crotone, Cosima Di Stani, che in una lettera, fatta pervenire nella mattinata di oggi al primo cittadino scrive: “Si fa riferimento a precorsa corrispondenza, da parte di questa Prefettura, del parere espresso dal ministero dell’Interno, in materia di incompatibilità, ai sensi dell’art. 63, n.4 del D.lgs n. 267/2000. A tale riguardo, si chiede di conoscere – con la massima urgenza – se è stata avviata, nei confronti dell’assessore De Luca, la verifica delle cause ostative all’espletamento del mandato con la procedura prevista dall’articolo 69 del d.lgs n.267/2000, per consentire la possibilità all’assessore di rimuovere la preclusione contestata, assicurando allo stesso il diritto di difesa”. Sino a questa mattina, secondo quanto scrive il prefetto di Crotone, le cause di incompatibilità non sono state rimosse. Di rimozione non si trova traccia nemmeno nel documento, trasmesso al Comune di Crotone in data 18 settembre 2017, con il quale la prefettura riferisce la risposta del ministero dell’Interno sul quesito riguardante la compatibilità di De Luca. Il ministero, infatti, tramite la prefettura, fa un elenco delle leggi che regolano la materia dell’incompatibilità e indica la strada legale per mettere le cose in regola. La lettera di oggi rappresenta la prova che ancora la situazione è ferma alle dichiarazioni di incompatibilità effettuate, in tre distinti documenti, dall’ufficio legale del Comune e dal segretario generale, Bruno Rosaspina.

 

 

 

 

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