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Sabato, 27 Luglio 2024

PRIMO PIANO NEWS

CROTONE Per consentire ai pazienti che si erano sottoposti alla consueta terapia di dialisi di lasciare la struttura sanitaria è stato necessario chiedere l'aiuto dei vigili del fuoco. È quanto accaduto al poliambulatorio di Mesoraca, nel Crotonese, che ricade nel territorio dell'Azienda sanitaria provinciale di Crotone.

 

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«La Sanità in Calabria non è una delle tante questioni da affrontare con sterili chiacchiere ma un dramma da risolvere». È quanto scrive in una nota il Collettivo comunisti Crotone che prosegue: «Continuare a nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere la situazione sanitaria con cui deve fare i conti la nostra gente è da irresponsabili se non da criminali».

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CATANZARO - Un medico e cinque infermieri in servizio nel reparto Nefrologia dell'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro sono risultati positivi al Covid-19. Lo hanno confermato le autorità sanitarie dell'ospedale del capoluogo calabrese. Il tampone è stato effettuato ieri e nelle scorse ore è arrivato il risultato su tutti i sanitari che sono entrati in contatto con un paziente dializzato che, nei giorni scorsi, si è recato in ospedale per la terapia, in seguito risultato contagiato dal coronavirus. "Al momento - ha dichiarato all'ANSA il direttore sanitario dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, Nicola Maurizio Salvatore Pelle - i sanitari sono stati tutti allontanati e messi in isolamento domiciliare".

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rizzuto mauro cuzzocrea antonelli arenaIl reparto di Nefrologia del San Giovanni di Dio ha compiuto quarant’anni. Questo pomeriggio, nella biblioteca del nosocomio cittadino, si è tenuta una cerimonia per celebrare quella che si è palesata nel tempo come un’eccellenza non solo in Calabria e nel Meridione, ma in tutta Italia. Ospite d’onore della cerimonia il professor Alessandro Antonelli e la su equipe di allora, i dottori Matteo Mauro e Giovanni Cuzzocrea, assieme al presidente dell’Asl del tempo Saverio De Santis che volle fortemente questo reparto. A salutare la storica equipe il comissario straordinario dell’Asp Sergio Arena, il direttore sanitario Agostino Talerico, il direttore sanitario dell’ospedale Angelo Carcea e l’attuale direttore di Nefrologia e dialisi Giuseppe Rizzuto. «Era il 1976 – ha esordito il primario – e a Crotone nasceva la Nefrologia al 7° piano grazie a due giovani medici neolaureati e un primario di ottima scuola, motivato e di ampie vedute. Il professor Alessandro Antonelli – ha raccontanto Rizzuto – ha insegnato l' approccio clinico alla malattia renale: dalla emodialisi nelle varie articolazioni alla dialisi peritoneale, e nel reparto il laboratorio analisi, emogas-analizzatore, ecografia e doppler, sala operatoria per la chirurgia vascolare».

 

antonelli rizzuto«Fu il primo – ha ricordato ancora Rizzuto – in Calabria a condurre l'emodialisi domiciliare a Paola (CS) a oltre 100 chilometri di distanza e non ultimo l'ambulatorio pre /post trapianto di rene. Il lavoro avviato – ha ripercorso Rizzuto – è stato poi continuato ed implementato dalla equipe dei dottori Matteo Mauro prima e Giovanni Cuzzocrea poi, medici stimati per solidità scientifica, rigore professionale e grande umanità avendo sempre al centro i bisogni di salute del paziente». Quindi è stata la volta del professor Antonelli che ha ripercorso le tappe di questa sua straordinaria storia umana e professionale sin dall’inizio. «Arrivai a Crotone – ha esordito il rpofessore – grazie alla caparbietà del presidente dell’asl di allora Saverio De Santis e mettemmo su il reparto, ricorrendo a professionalità reclutate nel Reggino in quanto non vi era personale specializzato in loco». Il professore ha quindi nominato uno per uno i suoi collaboratori compresi i medici Mauro e Cuzzocrea, ma anche l’attuale caposale del centro dialisi dell’ospedale Graziella Scarfò che ha fortemento contribuito all’organizzazione dell’evento. Il racconto del luminare è stato quindi smorzato dall’emozione evidente quando si è abbandonato a una toccante confessione: «Quelli passati nel reparto di Nefrologia di Crotone – ha detto Antonelli con la voce rotta dall’emozione – sono stati i dieci anni più belli della mia vita».

 

 

 

 

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"Apprendiamo con sollievo che alcune delle decisioni del Commissario per il Piano di rientro, fortemente penalizzanti per la struttura sanitaria pubblica di Crotone, in particolare per ciò che concerne i 10 posti letto per la nefrologia, il servizio di microcitemia, l'annullamento del declassamento dell'unità operativa di anatomia patologica, sono state opportunamente riviste. Ma tutto ciò non basta - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - per alzare il livello della qualità della conduzione della sanità pubblica a Crotone, che non può più rinchiudersi nella gestione dei bisogni di pochi o di alcuni ma, al contrario, deve impegnarsi per guardare a tutte le criticità più volte segnalate, lavorando in vista del raggiungimento della qualificazione delle prestazioni sanitarie di cui i cittadini hanno bisogno e per migliorare l'offerta sanitaria complessiva che deve essere corrispondente alla domanda che viene dal territorio".

 

Aggiunge Flora Sculco: "E' purtroppo evidente che si sta procedendo senza la piena consapevolezza delle complesse questioni della sanità pubblica crotonese e del ruolo importante di questa nostra città che induce a errori, omissioni e ad iniziative affrettate e sbagliate. E' evidente - spiega Flora Sculco - che si è di fronte a scelte approssimative e miopi, come giustamente denunciano anche i sindacati, che impongono una riflessione seria e puntuale. Tuttavia non mancheranno la vigilanza e le necessarie sollecitazioni a fare e fare bene, né da parte della sottoscritta né da parte della Conferenza dei sindaci e neppure del Consiglio regionale che chiederà, nella seduta del 24 marzo, un passo indietro della Struttura commissariale rispetto alle prerogative costituzionali della Regione in questo delicato settore. Nella sanità crotonese e calabrese c'è tanto da fare, perché - conclude la consigliera regionale - si avverte una confusione grave e generalizzata, ma ciò che non può più mancare è la visione globale delle questioni senza la quale si rischia di commettere errori e sottovalutazioni che, com'è accaduto, vanificano il diritto alla salute".

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«È necessario che il commissario Scura riveda il decreto con cui ha previsto la chiusura di alcune unita' complesse dell'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone». A dirlo e' Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni culturali e deputato del Gruppo Area popolare (Ncd-Udc). «Reparti come quello di Nefrologia e di Microcitemia spiega la sottosegretaria - svolgono dei servizi essenziali per i cittadini perche' si occupano di pazienti con cronicita' e che hanno bisogno di un supporto. Non si puo' rinunciare a queste tipologie di reparti. La riorganizzazione ospedaliera - conclude Bianchi - non puo' essere operata attraverso i tagli. Serve piuttosto un efficientamento e una razionale messa a sistema delle risorse. A farne le spese non devono essere i cittadini che con le chiusure dei reparti e i tagli vedrebbero solo indebolita la struttura sanitaria in un territorio delicato».

 

 

 

 

 

 

 

 

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