«I giorni seguiti alla tragedia di Steccato di Cutro, sono stati di dolore, di sofferenza ma anche di profonda solidarietà». È quanto scrive in una nota il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.
ISOLA CAPO RIZZUTO "Sono passati ormai venti giorni da quel triste 26 febbraio che ha scosso il nostro territorio col terribile naufragio della 'Summer love', l'imbarcazione incagliatasi a pochi metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, causando la morte accertata di 86 migranti e, ad oggi, circa altri 15 dispersi. Una terribile tragedia cui mai avremmo voluto assistere, soprattutto da cosi vicino".
«L’organizzazione europea – informa una nota – volontari di prevenzione e protezione civile di Torre Melissa si è mobilitata mettendo a disposizione della cittadinanza un servizio infermieristico domiciliare, ambulatoriale e servizio di ambulanza dando servizi come: accompagnamento e trasporto in ambulanza per visite mediche e terapie, iniezioni e flebo prelievi amatici; insomma, servizi che garantiscono maggior sicurezza sanitaria nei confronti del cittadino». Il presidente Carmine Abbruzzese dichiara: «Sono molto soddisfatto di tale iniziativa portata avanti da tutti i volontari della nostra organizzazione, poiché ciò è sintomo di buon lavoro e di un gruppo carico di idee che hanno il solo intento di portare un servizio al cittadino nel proprio paese, che nello specifico in questo caso opera in un azione di tipo sanitario ma che poteva riguardare molti altri ambiti e su ciò la Presidenza sta riflettendo insieme a tutti i volontari, in maniera tale che giovi sul paese». Il servizio è già attivo, infatti i cittadini potranno usufruire dell’assistenza domiciliare tutti i giorni dalle 8.30 alle 20 anche nei giorni festivi; per il servizio ambulatoriale presso l’Asl di Torre Melissa sita in via Risorgimento dalle ore 8.30 alle ore 12.00 da lunedì a venerdì.
Un gruppo di 9 volontari della provincia di Crotone, “capitanati” da don Pasquale Aceto, sono partiti lo scorso 17 agosto con destinazione Durazzo (Albania) per portare aiuto a chi aveva più bisogno e compiere una nuova esperienza di vita. «Devo ammettere – racconta uno di loro, Ulisse Pedace – che non avevo idea di quello che avrei vissuto. Arrivati nel porto di Durazzo – racconta il volontario – ad aspettarci c'erano le suore della divina volontà che ci hanno accolto e ospitato per tre giorni nella loro abitazione a Lushnje. Qui abbiamo visitato vari villaggi, dove purtroppo, ho potuto constatare le condizioni di povertà in cui versano molte famiglie».
«Mi sono commosso – confessa Pedace – guardando i bambini che, nonostante tutto, ci sorridevano ed erano felici alla sola vista di un pallone. Il posto non offriva molto dal punto di vista strutturale: strade non asfaltate, tombini rotti, mancanza di acqua, unico mezzo di trasporto era un carro trainato dall'asino o dal cavallo. Dal punto di vista umano – riferisce il volontario – mi ha fatto capire l'importanza delle cose semplici che avevo perso di vista: il sorriso e la dignità di chi fa fatica a vivere. Trascorsi i tre giorni a Lushnje – prosegue nel racconto Pedace – ci siamo spostati a Uznova, un paesino della città di Berat dove ad accoglierci c'era una comunità di Rimini. Qui ci siamo fermati una settimana, intensa e breve nello stesso tempo».
«Insieme – spiega il volontario – abbiamo cercato di dare il nostro meglio per aiutare a ripristinare alcune strutture come la chiesa, alcuni di noi hanno impartito lezioni di italiano e catechismo, abbiamo condiviso con adulti e bambini del posto ogni cosa: pranzo, cena, sorrisi, abbracci e silenzi. E' stata un esperienza bellissima e profonda – sottolinea Pedace – che custodirò con molta cura nel mio cuore. A contatto con queste persone mi sono reso conto di quanto noi altri siamo fortunati rispetto ad altri ragazzi, sopratutto mi sono reso conto che siamo distratti dalle frivolezze del mondo e non prestiamo attenzione al grido di aiuto che viene dai nostri fratelli. Volevo ringraziare – conclude Pedace – il mio parroco don Pasquale Aceto per avermi dato l'opputunità di vivere questi momenti, un grazie va anche a tutti coloro che ci hanno ospitato e un abbraccio a tutto il gruppo».