«Dialogava – racconta ancora Stroppa ricordando Maradona – con il pallone contro il muro. Lo osservavi anche quando non eri della partita. Evidenziava sempre cose nuove. A fine riscaldamento nel sottopasso lo aspettavamo prima di entrare in campo, lui arrivava con le scarpe slacciate, dava il cinque a tutti e poi sul terreno erano dolori per gli avversari. Unico».