Pingitore rilancia: «Il sindaco mi querela? Aspetto le sue scuse in aula»
Controreplica del capogruppo di Stanchi dei soliti dopo le dichiarazioni di Voce nella la conferenza di fine anno: «Situazione insostenibile»
CROTONE «Con profondo rammarico e crescente inquietudine, mi trovo costretto a dibattere una situazione insostenibile. Il sindaco, non solo attacca incessantemente e urla come un latratore, ma continua a rilasciare dichiarazioni infondate e sgradevoli sulla stampa, disseminando fatti non veritieri». È la controreplica del capogruppo di Stanchi dei soliti, Iginio Pingitore, al sindaco di Crotone, Vincenzo Voce.
«Durante la conferenza di fine anno con i giornalisti - evidenzia Pingitore -, un momento che avrebbe dovuto essere di riflessione e bilancio, volto a elargire serenità e auguri per il nuovo anno a tutta la comunità e ai consiglieri comunali, ho assistito all'ennesimo scivolone. Io, che avrei dovuto essere il querelante di un fatto increscioso, mi ritrovo invece ad essere il querelato dal sindaco! Una vergogna inaudita: avrei dovuto ricevere solidarietà, invece ricevo attacchi volti a alimentare e caldeggiare una diatriba politica, alla quale ora sono costretto a prendere le giuste misure nei confronti di un amministratore che appare sempre più come "l'anatra zoppa" priva di orientamento politico».
«Quando un giornalista, senza menzionare nomi - riferisce Pingitore -, ha osato porre una domanda su quanto accaduto, il sindaco ha colto l'occasione per tirare in ballo la mia persona, distorcendo la verità e stravolgendo i fatti. È una vergogna inaudita; in una ricorrenza in cui avremmo dovuto stringerci in un abbraccio di unità e speranza, ci troviamo invece a fronteggiare un clima di intolleranza e aggressione. È tempo di dire basta. È tempo di ripristinare la dignità e la verità in una comunità che continua ad essere tradita, perché nessuno dovrebbe essere costretto a lottare contro le menzogne di chi, invece di guidare, preferisce attaccare».
«Chiamare il sindaco "latratore seriale" - sostiene Pingitore - non è un attacco personale; è una critica alla sua figura pubblica. In un consesso di rappresentanza come il consiglio comunale, ci si aspetta comportamenti dignitosi. Eppure, le sue reazioni sono di tutt'altra natura! Assistendo ai consigli, non posso fare a meno di notare come, seduto accanto al presidente del Consiglio, si faccia portavoce di un comportamento che rasenta il ridicolo: risponde a chi dissente da lui come in un copione di Totò e Peppino, strappando la parola con urla che echeggiano in tutto il palazzo».
«Dopo la rottura con la maggioranza - accusa Pingitore -, ha scelto di spargere veleno, attaccando me e i miei colleghi in modo personale, definendoci assenteisti e irriconoscenti. Ha dipinto un quadro in cui siamo solo individui in cerca di personalismi, ignari degli interessi della comunità. Ma ciò che mi colpisce di più è che, non tanto per me, ma per il modo in cui ha deciso di colpire giovani professionisti aderenti al nostro gruppo, il suo comportamento amministrativo non è certo quello che ci si aspetta da un buon padre di famiglia, invece di riconoscere il nostro contributo, ha scelto di denigrarci, definendo la mia proposta di legge un "blitz" e non un atto dovuto per proteggere Crotone dai soprusi ambientali, che continuamente viene invasa da rifiuti. Un primo cittadino dovrebbe essere un faro di responsabilità e rispetto, non colui che porta alla gogna chi si impegna con passione e dedizione. La comunità merita un leader che unisca, non che divida; che elevi, non che umili. Perché, alla fine, ciò che conta davvero è il bene di tutti, e non le battaglie personali».
«La falsità che il consigliere regionale Talerico sia stato informato da me dell'accaduto - sottolinea Pingitore - è un'altra menzogna inaccettabile. Come può un sindaco lanciarsi in tali affermazioni senza alcuna prova? Non può prendersi gioco della reputazione di un politico serio e rispettato come Antonello Talerico».
«E non finisce qui - incalza Pingitore -. Un'altra grave menzogna riguarda il coinvolgimento sulla questione un dirigente di un istituto bancario. È ancor più grave il fatto, fra l'altro, che io non sia sotto le dipendenze di questo istituto: il sindaco ha voluto far intendere che il rappresentante bancario ha agito spontaneamente dopo aver letto la mia missiva in merito alla diatriba tra me e il primo cittadino. La verità è totalmente diversa: il sindaco Voce ha conversato direttamente con un rappresentante dell'istituto, parlando di me e, a dispetto di ogni principio di trasparenza e privacy, ha contattato direttamente un rappresentante di quell'istituto. Ora dovrà spiegare perché ha voluto intromettersi nella questione coinvolgendo un presunto mio datore di lavoro? Lo trovo assurdo e deplorevole, ma al momento non voglio aggiungere altro».
«Infine, il sindaco minaccia di querelarmi: ma per che cosa - chiede Pingitore -? Semmai, dovrei farlo io, poiché non ha mai chiarito le proprie ragioni, nonostante io abbia presentato da oltre un mese un'interrogazione comunale su questi gravi eventi, ignorata e relegata in un angolo del Palazzo Comunale. Come mai ad oggi, se non per mia iniziativa, nessuno ne ha parlato né tanto meno il sindaco si è difeso? Le sue azioni parlano chiaro: è lui il vero responsabile di questo clima di indifferenza di paura venutasi a creare. Fino a prova contraria, il vero morsicato in questa vicenda sono io, vittima di un abuso inaccettabile. Esigo che un sindaco che infonda terrore nei luoghi di lavoro dei consiglieri si dimetta immediatamente. Se questo clima di intimidazione persiste, non esiterò a rivolgermi alle autorità competenti, denunciando tutti gli attori di questa triste vicenda».
«Ora aspetto le sue giustificazioni in aula - sollecita Pingitore -, non solo come consigliere comunale, ma come rappresentante di una comunità intera che sta subendo un attacco alla democrazia. Voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà, in particolare all'avvocato e consigliere Antonello Talerico, per aver portato alla luce questa situazione così delicata», conclude Pingitore.