Il Pd e i sindaci di Scandale, Strongoli e Santa Severina diffidano Eni e Mase
Insieme hanno inoltrato un atto stragiudiziale di diffida e messa in mora per bloccare il conferimento di 50mila tonnellate di veleni presso la discarica di Sovreco a Crotone
CROTONE Un atto stragiudiziale di diffida e messa in mora per Eni Rewind e ministero dell'Ambiente è sicurezza energetica è stato inviato lo scorso 11 gennaio tramite Pec da parte della Federazione provinciale di Crotone del Pd (nella persona del segretario Lepoldo Barberio), del Comune di Scandale (nella persona del sindaco in carica, Antonio Barberio), del Comune di Santa Severina (nella persona del sindaco, Salvatore Giordano), e del Comune di Strongoli (nella persona del sindaco, Francesco Benincasa). Tutti hanno conferito espresso mandato all'avvocato Francesco Pitaro del Foro di Catanzaro.
L'ultimo atto messo in campo dai dem pitagorici contro il tentativo di Eni di sfuggire alle prescrizioni del Paur (che impone il conferimento dei rifiuti derivanti dall'attività di bonifica dell'ex sito industriale di Crotone fuori dalla Calabria) è stato presentato questa mattina presso la sede della federazione provinciale in piazza Pitagora nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il segretario Leo Berberio e il legale incaricato Francesco Pitaro, assieme ad alcuni tesserati e militanti del partito.
La nuova alzata di scudi dei dem parte dalla nota invita ad horam da Sovreco attraverso la quale ha dato disponibilità ad Eni per il conferimento di un quantitativo di 50.000 tonnellate di rifiuti prodotti dalle attività di bonifica del sito. È questa una conseguenza, secondo i dem, del decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica numero 27 del 1° agosto 2024 con cui «revocando e ritirando sostanzialmente i precedenti atti, si è deciso di autorizzare Eni Rewind a smaltire i detriti industriali e pericolosi e cancerogeni nel territorio del comune di Crotone».
Sullo stesso provvedimento del ministero, hanno già inoltrato al Tar ricorso sia i sindaci e dem dell'attuale diffida, che gli Enti e le associazioni del territorio. Com'è noto a seguito dell’udienza del 20 novembre 2024, il Tar Catanzaro ha emesso l’ordinanza numero 714 con cui è stata fissata altra udienza collegiale per il giorno 19 febbraio 2025 sul presupposto che «le esigenze di parte ricorrente siano apprezzabili e tutelabili adeguatamente con la sollecita fissazione del giudizio del merito». Da qui l'alt a promuovere qualsiasi azione prima che il collegio si pronunci. Ma c'è di più, ossia l'esito positivo dello scouting di discariche idonee all'estero per i veleni di Crotone.
«Lo scouting ha coinvolto 29 società - sottolinea Pitaro nella diffida - individuate da Eni Rewind di cui 11 estere che gestiscono direttamente discariche in Europa presso cui sono smaltiti rifiuti pericolosi di Eni» e «con tali società sono in corso approfondimenti al fine di stipulare entro la metà di dicembre contratti che consentano di avviare quanto prima l’iter per l’ottenimento delle notifiche transfrontaliere, la cui attivazione secondo le stime dichiarate dagli offerenti richiederà 6-8 mesi dall’avvio dell’istanza».
Alla luce di tutto ciò, «Eni Rewind, in persona del legale rappresentante in carica pro tempore - intima la diffida -, ad astenersi dall’iniziare le attività di cui all’illegittimo decreto ministeriale numero 27/2024 e ciò sia per l’imminente svolgimento dell’udienza fissata dinanzi il Tar Catanzaro per il 19 febbraio 2025 e sia a seguito della operazione di scouting svolta positivamente dalla stessa Eni Rewind che ha consentito di individuare discariche all’estero compatibili con le scorie industriali di Crotone».
Gli assistiti dell'avvocato Pitaro, inoltre, invitano e diffidano al contempo «il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in persona del ministero in carica pro tempore, a voler prendere atto formalmente e sostanzialmente della comunicazione del 29 novembre 2024, con cui Eni Rewind ha comunicato l’esistenza all’estero di altre discariche disponibili per lo smaltimento dei detriti di Crotone e che sono in fase di contrattualizzazione, e, conseguentemente, a procedere al ritiro, anche in via di autotutela, del decreto N. 27/2024 con cui è stato inopinatamente e contra ius autorizzato lo smaltimento delle scorie industriali e pericolose nella città di Crotone».
«In caso di avvio delle operazioni de quibus nel territorio di Crotone - avverte infine la diffida - e in caso di omesso ritiro dell’illegittimo decreto ministeriale numero 27/2024, si valuterà il deposito di un esposto/querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone per l’ipotesi di reato di cui all’art. 452 bis c.p.c. (inquinamento ambientale) e ogni altra accertanda ipotesi di reato, nonché lo svolgimento di un’azione risarcitoria per tutti gli eventuali danni derivanti dall’illegittimo avvio delle attività e dall’omesso ritiro dell’illegittimo decreto ministeriale».