Sforamento budget, Confindustria: «Il Tar ha solo stabilito competenza»
Il presidente della sezione Sanità Squillacioti puntualizza in merito ai contenuti del pronunciamento riguardante i privati e l'assistenza domiciliare integrata
CROTONE Il presidente della sezione Sanità di Confindustria Crotone, Vincenzo Giovanni Squillacioti, interviene sulla recente sentenza del Tar Calabria in merito allo sforamento del budget da parte dei privati sulle prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi).
«Apprendiamo con piacere – scrive Squillacioti – il nuovo corso comunicativo dell'Asp di Crotone, rappresentata dal commissario Brambilla con cui abbiamo condiviso più occasioni di confronto, legato alla divulgazione degli avvenimenti e dei relativi atti in ambito di giustizia amministrativa. Può diventare realmente una buona prassi per la condivisione con i vari stakeholder, tra cui i cittadini e gli utenti delle prestazioni sanitarie pubbliche».
In merito alla recente sentenza del Tar Calabria numero 158 del 2025 – precisa Squillacioti –, legata all'erogazione di prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi), riteniamo però opportuna qualche precisazione
«La decisione del Tribunale amministrativo – puntualizza l'esponente di Confindustria – scaturisce dal ricorso presentato da privati avverso la nota di ottobre 2024 nella quale l'Asp ricorda agli erogatori privati convenzionati gli obblighi contrattuali, tra i quali il rispetto dei tetti di spesa. Il Tar in sostanza ha ritenuto il ricorso inammissibile proprio perché la nota richiama obblighi contrattuali già sottoscritti e accettati dall'erogatore».
«Nella seconda parte – tiene a sottolineare Squillacioti – la sentenza evidenzia inoltre che il riconoscimento della remunerazione di dette prestazioni erogate al di fuori del tetto di spesa non è materia del Tribunale amministrativo e deve essere rivolta ad altro livello decisionale. Questo passaggio richiede una riflessione».
«Premesso che le richieste di prestazioni di Assistenza domiciliare integrata – ricorda Squillacioti – giungono alle strutture convenzionate solo dopo una richiesta del medico di Medicina generale e un ulteriore passaggio valutativo a cura dell'Unità di valutazione multidimensionale dell'Asp stessa, è bene evidenziare che le prestazioni attualmente accreditate nel territorio dovrebbero essere erogate in quanto accreditate per soddisfare i Lea, ma gli attuali tetti di spesa non consentono di coprirne i costi».
Il vero tema – sintetizza Squillacioti – è dunque proprio questo: bisogna erogare i Livelli essenziali di assistenza o restare nei tetti di spesa? La questione, come noto, non è di competenza del commissario Asp, ma va ricondotto alle prerogative del commissario regionale alla Sanità
«Alla luce di queste considerazioni – stigmatizza Squillacioti –, l’affermazione presente nel recente comunicato dell’Asp in ordine alla “non molto appropriata erogazione delle prestazioni di Adi e di quelle di proroga” non può evidentemente coinvolgere gli operatori privati convenzionati che, come sopra detto, erogano i servizi richiesti sulla base di valutazioni e verifiche riconducibili esclusivamente alla struttura del sistema sanitario pubblico».
«L’auspicio è dunque la definizione di un quadro operativo – conclude Squillacioti – che trovi il corretto equilibrio tra risorse, tetti di spesa e raggiungimento dei Lea, nella consapevolezza che gli operatori privati convenzionati con il sistema sanitario pubblico sono parte dello stesso e contribuiscono a superarne carenze e disfunzionalità nell’interesse dei cittadini e degli utenti».