L'arte bianca
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CROTONE «Come avevamo facilmente previsto, la grave vicenda della Bonifica dell'ex sito industriale di Crotone diventa sempre più una "telenovela"  con nuove puntate che non smettono mai di stupirci». È quanto dichiara Pino Greco del comitato “Fuori i Veleni. Crotone vuole vivere”.

«Accanto alle cose serie - scrive l'attivista -, come le mosse azzardate e illegittime del commissario Errigo che un pò da solo e un pò  accompagnato da non meglio identificati suggeritori, ha tentato un colpo di.... mano a cui si è risposto prontamente tutelando gli ordinamenti democratici e il rispetto delle Istituzioni soprattutto la gente che vive in questo territorio. Oggi più che mai la “Questione bonifica”, oltre al risanamento ambientale, diventa battaglia per il ripristino dell'agibilità democratica nella nostra Regione».

Infatti l'Eni scoperta con le mani nel sacco ha dovuto fare marcia indietro e sospendere l'avvio delle rimozioni. Ma la cosa che stupisce è la posizione di soggetti che sono stati in comatoso silenzio in tutti questi anni e oggi diffondono notizie farcite di disinformazione, pressapochismo su un argomento estremamente serio che necessita un forte rigore.

«È necessari quindi - spiega Greco - rinfrescare la memoria ai "ruggenti" smemorati. Dal 2014 al 2019 è stata realizzata la cosiddetta Decommissioning ovvero le attività di smantellamento degli impianti e dei macchinari industriali fino alla completa demolizione  ed alla restituzione del sito per poter procedere con la bonifica dei suoli. Questa attività è stata realizzata in 3 step con un costo di circa 40 milioni di euro».

«Sempre in quegli anni - ricorda l'attivista - è stata realizzata e completata la Barriera idraulica con ben 54 pozzi di emungimento per il trattamento acqua di falda con un collettore che porta l'acqua trattata all'impianto Corap per un volume di circa 1,4 milioni di metricubi. Costo di questo intervento circa 34 milioni di euro». 

«Sempre dal 2015 al 2019 sono state realizzate le Opere di protezione a mare con massi ciclopici per una lunghezza di 1.200 metri per la protezione da eventuali marosi e fenomeni erosivi per la Bonifica delle discariche fronte mare. Infine è bene ricordare che questo si è realizzato durante la Presidenza di Mario Oliverio e a seguito di confronti e interlocuzioni condotte con forte autorevezza e supportati da dati certi, scientifici e validati prodotti con grande professionalità dal dipartimento Ambiente della Regione Calabria». 

Così come si è arrivati alla famosa Conferenza dei servizi dell'ottobre 2019 preceduta da una Istruttoria rigorosa nella quale fu approvato il Pob fase 2 con la prescrizione del Paur che obbliga il conferimento dei rifiuti della Bonifica fuori dalla Calabria

«Anche in questo caso - sottolinea Graco - non si è trattato di una scelta emotiva o dettata da chissà quale calcolo politico ma da un'analisi precisa, puntuale, tecnica da parte del dipartimento Ambiente e dall'assessorato all'Ambiente guidato dalla dottoressa Antonella Rizzo. È talmente vero che, dopo Mario Oliverio, ci sono stati altri 3 presidenti della Regione, la compianta Santelli, Spirlì e Occhiuto. Presidenti e Giunta espressione di altro quadro politico ma che hanno mantenuto il Paur data la sua validità». 

«È talmente chiaro - evidenzia l'attivista - che è rimasto l'ultimo baluardo per la difesa del territorio che, a giusta ragione, anche l'attuale assessore regionale all'Ambinete Calabrese non l'ha messo in discussione. Ora si tratta di chiedere un ulteriore atto di coraggio alle istituzioni: ovvero denunciare Eni per omessa bonifica. Infatti non è il Paur a bloccare la bonifica, ma l'atteggiamento dilatorio e omissivo di Eni poché gli impianti all'estero ci sono sempre stati. Basterebbe leggere le relazioni dell'Isin e ora anche la stessa Eni lo ammette». 

Ho voluto solo ricordare questi dati perché altrimenti si rischia che la bugia narrata crei confusione o peggio rassegnazione e quando questo lo fanno dirigenti politici di forze di Governo nazionale, regionali, provinciali, diventa grave e pericoloso

«Io non so se "il coniglio ruggisce" o se  "il leone squittisce" - conclude Greco -, non mi intendo di animali ma un consiglio mi sento di darlo, prima di parlare o esternare leggete le carte, approfondite, studiate. La vicenda Bonifica è troppo seria e fondamentale per il nostro territorio per essere utilizzata come uno dei tanti punti di campagna elettorale o per varie battaglie politiche. Il nostro compito è diffondere conoscenza per raccogliere libertà».