Voce come Bandecchi: «Denuncio chi mi chiama in causa nel caso Pingitore»
Duro scontro in consiglio comunale tra il sindaco di Crotone e il capogruppo di "Stanchi dei soliti": l'episdodio ha richiesto la sospensione della seduta
CROTONE Da una parte, il sindaco Vincenzo Voce in pieno stile Bandecchi (l'istrionico e “pasionario” sindaco di Terni, noto alle cronache per il suo machismo in consiglio) che ha ribattuto colpo su colpo alle accuse, non lasciando spazio a facili illazioni; dall'altra, il consigliere Iginio Pingitore che, al limite dell'autocommiserazione, ha denunciato davanti a un consesso civico, stranamente chiuso in religioso silenzio, una presunta ritorsione ricevuta in ambito lavorativo per aver esternato il proprio dissenso in merito alla gestione della bonifica da parte dell'Amministrazione.
Sono state queste le componenti che hanno scatenato la bagarre in aula, questo pomeriggio nel consiglio comunale di Crotone, con le parti che poi sono rimaste sulle rispettive posizioni: con il sindaco tutto teso a confermare la querela per diffamazione nei confronti del capogruppo di “Stanchi dei soliti” e di chi dichiarerà che è stato lui il “mandante” del richiamo aziendale; e con Pingitore che, a sua volta, si è detto non soddisfatto delle spiegazioni ricevute dal primo cittadino sull'increscioso episodio che sarebbe accaduto a danno della sua persona.
Tra urla, insulti, una sospensione di qualche minuto e momenti di altissima tensione si è consumata in questo clima, del tutto prevedibile, la discussione del punto tre (dei nove all'ordine del giorno) nella seduta odierna del consesso civico, recante l'istanza del consigliere comunale Iginio Pingitore avente a oggetto “Interpellanza al sindaco orale su fatto personale attinente l’attività amministrativa”.
Pingitore: «È tempo di alzare la voce»
«Provo difficoltà dopo tanti anni di attività politica - ha esordito Pingitore - a discutere di una cosa personale che mi è capita nei locali di una rinomata banca calabrese». Pingitore ha iniziato il suo racconto riferendo che «a Crotone opera un polo "Sinergia”, Gruppo bancario lccrea, nel quale io lavoro sotto le sue dipendenze. Era la tarda mattinata del 20 novembre 2024 quando, con un certo stupore, mi sono trovato a dover partecipare a una videochiamata con il direttore generale dell'istituto. Non avrei mai immaginato di essere convocato in quel modo, considerato che non faccio parte della banca. Tuttavia, la mia educazione e il rispetto per le istituzioni mi hanno spinto a non sottrarmi a quell'incontro».
Pingitore ha quindi riferito che «durante la videochiamata, il direttore mi ha comunicato di essere stato incaricato dal presidente della banca per discutere un articolo che avevo pubblicato sui social, in cui esprimevo critiche nei confronti del sindaco di Crotone. Un fatto, questo, che mi ha lasciato di stucco». Pingitore ha anche ricordato che «da decenni, la mia vita professionale è intrecciata con quella politico-amministrativa: sono consigliere e capogruppo del Consiglio comunale di Crotone, nonché consigliere provinciale, e ho ricoperto la carica di sindaco nel mio comune, Scandale».
Per cinque anni, la mia attività bancaria, però, è sempre stata distinta e separata dalla mia carriera politica, mai influenzando il mio lavoro
«Quella videochiamata, quindi, mi ha colto di sorpresa – ha confessato Pingitore -, lasciandomi un interrogativo sulla connessione tra la mia figura, la banca e il sindaco. Ho chiesto se avessi mai espresso parole denigratorie nei confronti dell'istituto, ma il direttore ha negato. Con una chiarezza disarmante, ha poi riferito che il sindaco lamentava delle mie critiche nei suoi confronti».
Il capogruppo di “Stanchi dei soliti” ha detto si essersi «trovato in una posizione sconcertante: ho dovuto ribadire che né lui (il direttore generale, ndr), né il presidente della banca sono miei superiori, semmai, qualsiasi questione riguardante le mie esternazioni politiche avrebbe dovuto essere indirizzata ai vertici della mia azienda».
Pingitore inoltre, dice di aver chiarito ai vertici aziendali che il suo ruolo nella Pubblica amministrazione «è distinto dalla professione bancaria», eppure ha anche aggiunto che «la videochiamata si è conclusa senza un chiarimento definitivo».
«Ciò che rende la questione ancor più allarmante - ha stigmatizzato Pingitore - è che l'informativa di cui parlava il direttore generale proveniva da un soggetto esterno all'organizzazione. Questo non è solo un fatto grave, ma un segnale di una strategia ben più insidiosa. Signor sindaco, lei ha agito con malizia, cercando di mettere in difficoltà non solo me, ma anche i dirigenti della banca, forzandoli a confrontarsi con un'informativa che, per legge e per etica, non avrebbero dovuto ricevere».
Ha indotto a far violare non solo il rispetto dovuto a un collega, ma ha fatto anche calpestare le normative sulla privacy e il codice etico
«Mi preme sottolineare - ha detto ancora Pingitore - che la mia parte datoriale ha il dovere di tutelare la mia integrità fisica e mentale, come sancito dall'articolo 2087 del Codice Civile. La sua azione ha rappresentato un'intrusione inaccettabile nel mio ambito lavorativo, un tentativo di imbavagliare le mie idee e le mie posizioni».
«La gravità della sua condotta - ha rivolto Pingitore al sindaco - non risiede solo nel contenuto delle sue segnalazioni, ma nel modo in cui sono state diffuse. L'informazione è pervenuta da una fonte esterna rispetto al mio ambito lavorativo, un atto che, in qualunque contesto, sarebbe considerato altamente inappropriato. Ciò che rende il suo comportamento ancora più inaccettabile, è l'indubbio intento ritorsivo e intimidatorio che traspare dalle sue azioni».
Pingitore ha proseguito rincarando la dose nei confronti del sindaco dicendo che è stato «triste vedere» come egli si sia lasciato prendere «dalla tensione, tergiversando con i giornalisti riguardo al grave episodio a mio carico, risentendosi solo del fatto che io l'abbia definito "latratore"».
Onestamente, le sue grida rimbombanti nel palazzo non sembrano forse un continuo latrare? È un'offesa? Ed in merito ha anche annunciato di querelarmi: io, che ho tutte le ragioni e i documenti per farlo, non l'ho ancora fatto, perché, signor sindaco, lo sa? Io sono un signore!
«In questo clima di crescente tensione e di attacchi - ha ancora attaccato Pingitore -, sia velati che palesi, mi riservo di informare i miei superiori. È essenziale che prendano atto di quanto sta accadendo e garantiscano la mia protezione. Non posso e non voglio permettere che la mia libertà di espressione venga compromessa da atti di intimidazione travestiti da richieste di chiarimento. Non posso e non voglio permettere che la mia libertà di espressione venga compromessa da atti di intimidazione travestiti da richieste di chiarimento. Quello che stiamo vivendo non è solo un episodio isolato, ma un tentativo inquietante di soffocare ogni voce critica, di silenziare chi osa dissentire. È inaccettabile che in questa città si tenti di chiudere canali di informazione che esercitano un diritto fondamentale: quello di informare e di essere informati».
«Siamo tutti custodi di un valore inestimabile - ha esorteto Pingitore -: la democrazia. È tempo di alzare la voce, di resistere a questo clima di paura e di oppressione, e di fare in modo che la nostra città torni a respirare aria di libertà e rispetto. Facciamo sentire il nostro dissenso, facciamo sentire la nostra presenza. È il momento di agire!».
«Signor sindaco - ha concluso Pingitore -, la sua posizione è diventata insostenibile. È giunto il momento di riconoscere che non è adatto a ricoprire quell'importante poltrona. Esigo che i consiglieri della pubblica assise si uniscano per esprimere solidarietà di fronte a questo increscioso episodio. Non lo faccio per me, ma per difendere un principio sacro: la libertà di espressione, che sta subendo attacchi senza precedenti nella storia della nostra Crotone».
Voce: «Solo una farsa, denuncerò chi mi tirerà in ballo»
«Tutta una farsa». È stata l'immediata replica del sindaco Voce che ha subito annunciato in aula di alzarsi dalla sua poltrona al fine di compiere il suo intervento per «la prima volta in onore di questa farsa, perché di questo si tratta». È andato subito su tutte le furie Voce, mostrando tutti segni del nervosismo e dal fastidio provocato della discussione in aula dell'episodio. Un Voce più mattatore del solito, più concentrato a sminuire il racconto del consigliere oggi “nemico”, che impegnato a chiarire le dinamiche dell'accaduto.
«Non so come ha fatto a scrivere tutte le cose che ha appeno detto - ha criticato Voce – e alcune di queste le ho già assegnate perché andrò ad aggiungerle nella querela... perché glielo dico di nuovo: sarà querelato per diffamazione e calunnia». Voce ha reso noto di non conoscere nessuno dei vertici della banca citata da Pingitore, né di intrattenere rapporti con gli stessi.
Pingitore ha un brutto vizio... quello cioè di lanciare la pietra e nascondere la manina e, inoltre, va a piangere sulla spalluccia di qualche onorevole o collega di consiglio
L'intervento del sindaco, a questo punto come in tutto il suo prosieguo, è stato caratterizzato da continue interruzioni e battibecchi con Pingitore e il resto della minoranza, ed è per questo molto frammentato. Nell'indicare la poltrona di sindaco Voce ha poi mostrato tutti i sui muscoli politici, ricordando al capogruppo di “Stanchi dei Soliti” di stare seduto lì grazie al fatto di aver ricevuto il voto di 16.434 cittadini. «Mentre lei sta lì in consiglio con 80 voti» ha ribattuto Voce, alludendo al fatto che, grazie al voto del ballottaggio nel 2020, molti consiglieri di maggioranza hanno ottenuto il seggio con preferenze minime rispetto ai colleghi dell'opposizione.
«Io mi vergogno - ha tuonato Voce - anche per i suoi colleghi ai quali chiedeva anche l'applauso pochi istanti fa. La critica politica era quella che aveva scritto il sindaco Voce (parla di sé in terza persona, ndr) su quella specie di legge (la proposta di Pingitore per allontanare dalla città i rifiuti della bonifica, ndr) che anche il mio nipotino di 2 anni la avrebbe scritto meglio di lei. Lei ha lanciato una pieta, ed è qui il mio riferimento, attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook del 17 novembre 2024». Poi Voce ha sentito l'esigenza di interrompere il suo racconto per ricordare a Pingitore (così come all'aula) il fatto che
l'amministrazione comunale e il sindaco Voce hanno avuto anche rapporti con la sua banca e con più precisione l'anno scorso a Natale...
«Detto ciò - ha contrattaccato il primo cittadino all'indirizzo di Pingitore - mi chiedo ancora come fa a scrivere certe cose e poi venire in aula a fare l'angioletto, facendo questa sceneggiata. O meglio come fa a scrivere all'indirizzo del sindaco “continui morsi di un latratore seriale”, che per quanto mi riguarda giudicheranno i giudici dopo la presentazione della mia querela, e soprattutto lei accompagna il tutto con una foto che riproduce una bandiera italiana sbranata da tre lupi. Dovrebbe spiegare quali leggi il sindaco ha calpestato per scadere anche nel vilipendio alla bandiera italiana».
Poi riferendosi alla richiesta di verifica del consiglio, Voce ha detto a Pingitore che avrebbe potuto «bocciare» l'istanza dei dieci consiglieri di minoranza: «Provi a contare quanti siete...», ha sminuito il primo cittadino al cospetto dei suoi detrattori. «Ma ho preferito rispondere in consiglio - ha incalzato Voce - perché lei la deve smettere di sembrare un “santo” perché non lo è!».
«Quando è uscito l'articolo del consigliere regionale (Talerico, ndr) - ha stigmatizzato Voce - lo ha inviato chissà a quante persone: le ricordo che nel momento in cui pubblica una cosa su Facebook diventa fatto pubblico e non c'è più niente di privato. Per questo si assume adesso la responsabilità di quello che ha scritto». A questo punto della seduta gli animi si sono così tanto scaldati da indurre il presidente Mario Megna a sospendere il dibattito per qualche minuto. Nel frangente va segnalato anche l'exploit di Megna all'indirizzo di Pingitore più volte da lui minacciato di intercorre in provvedimenti disciplinari in quanto reo di interrompere il pubblico servizio; ma anche verso altri consiglieri della minoranza, insorti per l'atteggiamento sprezzante del sindaco, contro cui il presidente del consiglio ha esclamato: «Ma vi siete drogati?».
Al rientro in aula, con gli animi sicuramente più pacati, Pingitore ha quindi potuto effettuare la sua replica per fatto personale, dicendosi insoddisfatto dalla risposta del sindaco, anche e soprattutto, perché non chiariva i motivi che hanno innescato a suo danno i vertici della banca. Voce ha quindi chiarito che «se Pingitore ha subìto una ritorsione o intimidazioni deve andare a denunciare come farò io perché, se qualcuno è andato a dire che è stato il sindaco a chiedere questo, denuncerò anche loro».